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RAVIOLI DI CARCIOFI CON RAGU' DI COTECHINO


Come vi avevo anticipato sono pronta a darvi una serie di ricette ideali per le feste; di sicuro noi non rinunciamo mai ai ravioli fatti in casa molto versatili e adattabili alla stagionalità.
Vi propongo ora i ravioli con ripieno di carciofi  abbinati ad un ragù di cotechino che di sicuro sarà presente sulla vostra tavola.



X la pasta
250 GR FARINA OO
50 GR SEMOLA
3 UOVA

X il ripieno
8 GARCIOFI
½ BICCHIERE VINO
160 GR RICOTTA
60 GR PARMIGIANO
1 SPICCHIO D’AGLIO

Preparare la pasta inglobando pian piano la farina e le uova con movimenti circolari.
Formare una palla che lasciamo riposare in frigo coperta.Intanto mondare e tagliare finemente i carciofi  e farli appassire con lo spicchio d’aglio in una pentola con un po’ di olio.
Farli dorare, sfumare con il vino bianco e regolare di sale.Una volta cotti frullarli grossolanamente e poi trasferirli in una ciotola.Amalgamare con la ricotta e il formaggio e tenere da parte.
 Regolare sale e pepe.
Con il ripieno riempire i nostri ravioli che buttero in abbondante acqua bollente salata.
Condire con il nostro ragù scritto  qui sotto e un filo d’olio.



250 GR COTECHINO GIA' COTTO
1 SCALOGNO
1 COSTA SEDANO
1 CAROTA
1 BICCHIERE VINO ROSSO
400 GR PELATI
1 CUCCHIAINO ZUCCHERO
OLIO
SALE, PEPE
TIMO

Tagliare finemente le verdure per il soffritto.
Metterle a rosolare in un pochino di olio in un padella antiaderente poi unire il cotechino, spellato e spezzettato e sfumate con il vino.
Aggiungete i pelati tagliuzzati, lo zucchero e cuocete per almeno15 minuti, salate e pepate e tenere da parte fino al momento di condire i nostri ravioli

SHOW COOKING PER #ADOTTAUNOCHEF


Domenica 24 novembre nella splendida cornice del ristorante Corte dei Civalieri si è svolta la premiazione del contest e lo showcooking dello chef Andrea Ribaldone con la mia presentazione di un dessert, nell’ambito di #adottaunochef in collaborazione con Chic.
Inutile dirvi della mia emozione per aver avuto questa possibilità in una grande cucina.
Tanti e preziosi i consigli della chef  che ha elargito nel suo showcooking, con una disinvoltura e naturalezza data da chi è abituato a stare sotto i riflettori ma, anche e soprattutto grazie alla sua grande esperienze nella cucine  in giro per il mondo.
Impeccabile come sempre il pranzo a seguire ad opera dello stesso chef, eccone la prova:

Vitello tonnato

Maiale iberico con purè taccole e marmellata di peperoni

Uovo pochè, lime, spinaci, crema di cavolfiore

Risotto zucca e amaretti

Cosce di galletto ripiene 

Ecco il dessert che ho presentato anche se il crumble l’ho disposto a spirale rispetto l’idea originaria.

Per la crema
50 GR YOGURT
80 GR PANNA
15 GR ZUCCHERO A VELO

50 GR FARINA DI NOCCIOLE
40 GR BURRO
10 GR CACAO
20 GR CASTAGNE COTTE

X il sorbetto
150 ML SUCCO DI MANDARINO
300 ML ACQUA
100 GR ZUCCHERO A VELO
                         
MARRON GLACES
ERBA LIMONCINA

Preparare a parte il crumble, frullando insieme la farina di nocciole, il burro freddo, le castagne cotte precedentemente e pulite e lo zucchero.
Disporre il composto su una teglia e infornare a 180 per 5 minuti.
Far raffreddare e poi sbriciolare con le mani.
Preparare a parte la crema unendo lo yogurt alla panna e iniziare a semimontare leggermente, dopo qualche minuto aggiungere lo zucchero. Il composto deve rimane denso ma non troppo montato.
Disporre nel piatto fondo.
Decorare con il crumble di nocciole a spirale.
Disporre al centro il sorbetto (potete farlo nella gelatiera, bimby oppure senza nessun attrezzo ricordandovi di spezzare i cristalli piu' volte durante il congelamento)
Finire di decorare con qualche fogliolina di erba limoncina e scaglie di marron glaces.

GRAVADLAX



Manca poco alle feste natalizie e questo mese ho intenzione di darvi moltissimi spunti per la vostra tavola e  ricette che condividerete con i vostri famigliari.
Il gravadlax e un piatto tipicamente nordico e indica la marinata che si prepara generalmente per il salmone: ovviamente essendo un piatto molto semplice e' basilare la freschezza e la provenienza del pesce.

1500 GR CIRCA DI SALMONE diviso in due filetti
75 GR SALE
125 GR ZUCCHERO
PEPE BIANCO
LIMONE
ANETO FRESCO


Affiancare due filetti di salmone  in un contenitore di vetro.
Mischiare il sale con lo zucchero, il pepe bianco macinato e spargere sul pesce precedentemente pulito dalle eventuali lische.
Spolverizzare sulla mistura di sale abbondante aneto tagliato a coltello.
Appoggiate i filetti uno sopra l'altro con il lato della pelle esterno.
Mettete un foglio di stagnola e sopra i filetti un peso.
Tenere in frigo per 2 giorni girando ogni 12 ore finche' il condimento non e' penetrato all'interno.
Trascorsi i gironi, separare i filetti e tagliarli in diagonale a fette sottili e servire con limone.


CUGNA' E CAMEMBERT FRITTO


Adoro spiegare i piatti tipici del Piemonte e la cugnà è decisamente tra i miei preferiti.
Di non facilissima esecuzione ha il grande vantaggio che si può conservare nei vasetti ed è una ottima salsa da accompagnamento ai bolliti piemontesi e ai formaggi.
E se dividiamo il Camembert in gustosi spicchi e lo presentiamo fritto con questa salsa di accompagnamento, che ne dite?




500 ML MOSTO D’UVA
30 GR FICHI SECCHI
30 GR NOCI
50 GR NOCCIOLE
50 GR MELE COTOGNE
540 GR PERE
CANNELLA
CHIODI DI GAROFANO
SCORZA DI LIMONE

CAMEMBERT
1 UOVO
PANGRATTATO Q.B
OLIO EVO

Mettere il mosto cotto in un pentolino insieme alle spezie e alle zeste di limone.
Ridurre il mosto a fuoco lento fino della metà poi aggiungere il resto della frutta tagliata a pezzettini molto piccoli e cuocere un’ora abbondante o più in modo che la frutta si sfaldi.
Frullare con un minipimer e poi unire le noci pesate nel mortaio e le nocciole, (io amo metterle intere tostate).
Cuocere ancora per un quarto d’ora.
Mettere la cugnà ancora calda nei vasi di vetro e sterilizzarli.

Tagliare il formaggio a spicchi e poi passarli nell’uovo e nel pangrattato, ripetere l’operazione due volte in modo da aderire bene l’impanatura.
Friggere in poco olio evo e girando velocemente per ogni lato.
Servire ben caldo con la cugnà.


GALLETTO CON CASTAGNE E PORRI


L’autunno porta con sé la voglia di mangiare in casa, di sedersi a tavola con la famiglia e di condividere con il piacere di assaporar ei prodotti che la terra in questo periodo ci regala.
Questo piatto è decisamente autunnale ma, perché no, anche un’idea per le prossime feste.

1 GALLETTO
30 GR PANCETTA
200 GR CASTAGNE
150 GR PORRO PULITO
30 GR PANE
LATTE Q.B
1 UOVO
SALE, PEPE
½ BICCHIERE VINO BIANCO



Lessare le castagne, sbucciatele e tritatele grossolanamente tendendone da parte qualcuna per decorazione. in una pentola antiaderente mettere la pancetta tagliata a dadini e il porro tagliato finemente a rondelle, far soffriggere e poi mettere anche il nostro galletto in modo che prenda un bel colore da tutti i lati.
Aggiungere le castagne e poi sfumare con il vino bianco e lasciare e evaporare.
Prelevare una parte delle verdure e unirle all’uovo e alla mollica di pane ammollata e riempire il nostro galletto. Salare e pepare.
Disporre il galletto nella teglia del forno coperto dalle rimanenti verdure e infornare a 180 gradi per 30 minuti circa.
Togliere il galletto dal forno, tagliarlo a pezzi e servire subito con un po’ di sughetto e porri e castagne.
Guarnire con le castagne tenute da parte intere.

N.B: se volete addensare il sugo stemperatelo con un roux (burro, farina).

PAN BRIOCHE AL CAFFE' E GOCCE DI CIOCCOLATO


Ho iniziato così …da un pan brioche semplice, morbido che spalmato al mattino di dolce marmellata o cioccolata rende la giornata più allegra.
Ho iniziato così in sordina da qualcosa di semplice ma goloso.
Ho iniziato così un modo nuovo…e sono contenta!



500 GR FARINA  MANITOBA MOLINO GRASSI
50 GR LATTE TIEPIDINO
100 GR ZUCCHERO
120 GR BURRO AMMORBIDITO
4 UOVA
80 GR GOCCE DI CICCOLATO
80 ML YOGURT
20 ML CAFFE’ FORTE
12 GR LIEVITO
4 GR SALE


Sciogliere il lievito nel latte leggermente intiepidito  e poi aggiungere tutta la farina e lasciare riposare coperto per almeno un’oretta.
Trascorso il tempo incominciare ad impastare aggiungendo le uova, lo zucchero e pian piano il burro lasciando che l’impasto pian piano lo prenda e continui ad essere omogeneo ed elastico. Unire anche lo yogurt  a cui avrete unito insieme il caffè, il sale e le gocce di cioccolato.
Continuare ad impastare finché l’impasto non sia più appiccicoso.
Lasciarlo riposare  per almeno mezz’ora.
Riprenderlo e poi dividetelo in palline e disporle in due file parallele in uno stampo da plum-cake.
Coprite e lasciate lievitare ancora per un’ora (dovrebbe raddoppiare)
Spennellare con il latte e coprire con la granella di zucchero (non amo spennellarlo di uovo).
Infornare a 170 gradi per 30/35 minuti circa
Appena è pronto aspettate almeno un quarto d’ora prima di estrarlo così che l’umidità la faciliterà il distacco.
N.B. si può conservare questo pan brioche in  freezer tagliato a fette e messo nel tostapane al mattino!

COMUNICAZIONI DI SERVIZIO

Sara' una settimana lunga e molto complessa ma eccovi spiegati i motivi!


Domenica 24, show cooking al Relais Rocca Civalieri! a seguire pranzo a cura dello chef Andrea Ribaldone e premiazione dei vincitori.
Tuute le info qui!


Venerdi' 22 novembre invece al Lab121 Alessandria, serata social ma anche di gusto, grazie al formaggio Montebore Vallenostra, per finire in dolcezza con i panettoni Loison e degustazione di grappe!
Tutte le info qui


#IMPASTANDOSIMPARA


Sabato scorso ho avuto la fortuna di partecipare ad un corso sulla panificazione diretto dal maestro Piergiorgio Giorilli e organizzato dalla brava Valentina Venuti.


Il corso si è tenuto presso il Mulino Molino Grassi,  e si è aperto con una visita guidata al mulino e alla spiegazione dei diversi tipo farine prodotte.
Inutile dire che il corso è stato veramente molto interessante, i miei occhi si sono aperti verso un mondo che richiede accorgimenti, passione, studio…non ci si può inventare panettieri e sarebbe bello e corretto per noi blogger anche mettere ricette veritieri e non improvvisate.
Non fossilizzatevi sulle temperature del forno che sono spesso relative ma guardate e leggete spesso i procedimenti; ci sono spesso accorgimenti che vi indicano già se una ricetta può corrispondere al vero, tipo l’inserimento del sale o dei grassi che vanno sempre a metà procedimento.
Anche dare importanza al tipo di farina è indice di serietà in quanto non tutte le farine sono uguali  e richiedono sicuramente procedimenti di idratazione e tempi diversi.


Burro, olio o strutto? Dipende sicuramente dalle lavorazioni e dai gusti, l’importante che siano sempre di ottima qualità e mai troppo pesanti perché hanno il rischio di appesantire l’impasto.
Lievito di birra o lievito madre? Non si può dire che uno sia meglio dell’altro, dipende ovviamente molto dai vostri gusti e anche dal vostro tempo perché il lievito madre richiede più cura e amore nel tenerlo sempre vivo.
 Un buon libro sulla panificazione assolutamente è un ottimo strumento per iniziare a conoscere qualcosa di più su questo mondo e sulla chimica o meglio sulla magia sulla panificazione.
Insomma…non sarò io ad aprirvi le porte per la panificazione, perché ho davanti a me moltissima strada da intraprendere ma di sicuro vi diffido da affidarvi a ricette che circolano in rete su presunti panificatori.
E poi ricordatevi che una volta capite alcune dinamiche chimiche solo #impastandosimpara!.





BISCOTTI AI MARRON GLACES




Una colazione semplice, fatta con il cuore per augurarvi una buona giornata:
Dal momento che le feste si avvicinano e in casa potranno abbondare i marron glacès non vi resta che salvarvi la ricetta e provare a farli!...considerando anche il fatto che sono velocissimi!



250 GR FARINA
80 GR MARRON GLACES
120 GR ZUCCHERO A VELO
120 GR BURRO

Accertarsi che il burro sia molto morbido e i marron glacès spezzettati a pezzi molto piccoli.
Impastare velocemente gli ingredienti insieme.
Formare una palla e poi lasciare riposare in frigo ben coperta per almeno una mezz'ora.
Stendere l’impasto ad una altezza di mm.6 e poi ricavare i biscotti.
Infornare a 180 gradi per 10 minuti circa

POLENTA DI UNA VOLTA


La ricetta lo so è facilissima e forse banale e scontata ma volevo postarla perché volevo parlavi di questa farina che ho scoperto recentemente e che fa veramente la differenza: la polenta di una volta.
La caratteristica principale e' data dal mais utilizzato, il 'Marano' che unito alla macinatura a pietra e all'integralita' del prodotto dato dal contenimento delle germe di grano e dalla crusca nel fanno un prodotto unico!
 Una volta i miei nonni erano soliti mangiare una polenta molto spessa che veniva girata su tagliere di legno e poi spesso, visto che si avanzava, il giorno dopo veniva tagliata a fette e in seguito abbrustolita sulla stufa e servita con formaggi, acciughe ma anche passata nello zucchero.

Io ve la presento così!


300 GR FARINA
1 L ACQUA
SALE POCO
12 ACCIUGHE
1 SPICCHIO AGLIO
50 ML OLIO EVO
20 GR NOCCIOLE TOSTATE E TRITATE

Preparate prima la salsina che terrete da parte per dopo.
A fiamma dolce stemperate le acciughe e l'aglio nel l'olio evo, poi fuori fiamma unite le nocciole e frullate insieme.
Mettere l’acqua in una pentola, salate e aspettate che cominci a bollire.
A poco a poco mescolando con un cucchiaio di legno, o con la frusta, versate la farina badando che non si formino grumi.
Quando avrete raggiunto una consistenza cremosa, lasciate che la polenta riprenda il bollore, quindi copritela ed abbassate al minimo il fuoco.
Lasciate la pentola sul fuoco al minimo a cuocere per circa tre quarti d'ora/un'ora, sempre coperta. Ricordate comunque che più la polenta cuoce più risulta maggiormente digeribile.
Fate raffreddare la polenta e potete tagliarla a fette rettangolari alte almeno un dito.
Mettere le fette di polenta in una padella antiaderente (buona) e poi farle abbrustolire ad entrambi i lati finché  risultino ben croccanti. Quindi toglietele dalla padella e fatele asciugare e  copritele con la salsina o spalmatele con un buon formaggio!



AZIENDA AGRICOLA LONGO MAURO
QUALITA', SAPORE E TRADIZIONE
v. della Repubblica 11/A - 15043 Fubine (AL)
Tel./Fax: 0131/778656; Cel.: 330510129
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e-mail: polentadiunavolta@hotmail.com
Blog: http://polentadiunavolta.spaces.live.com/

VINCITORI CONTEST



Grazie a tutti per le ricette che ci hanno deliziato il palato, siamo giunti alla fine, al momento tanto atteso e temuto: i vincitori.!
Eccoli, con tanto di commento dello Chef Andrea Ribaldone sulla sua decisione:

Sono molto contento e soddisfatto per la numerosa partecipazione, con ricette di qualità.
Nello scegliere le tre preferenze ho voluto premiare, innanzi tutto, la proposta che effettivamente mi piaceva di più, la presentazione, la ricerca del dettaglio e qualche caratteristica tecnica.
Peccato solo non averle potute assaggiare.


Per i vincitori Vi prego di mettervi in contatto con me tramite il mio indirizzo email ticucinocosi@gmail.com
A tutti ricordo il pranzo del 24 novembre a #Roccacivalieri...non mancheranno le sorprese!


Al primo posto abbiamo la n. 24 Manu ela con Gnocchi di castagne e zucca con salsiccia su fonduta di porri alla birra


Gli gnocchi di castagne. Un piatto ben presentato, che rientra in pieno nel tema del contest, perfettamente adatto alla stagione. Niente da dire, il piatto giusto. Un suggerimento: con gli gnocchi è bene prestare molta attenzione alla consistenza, che può compromettere la buona riuscita del piatto.

Al secondo posto abbiamo la n. 10 Twistella con Cannelloni di zucchini con melanzane su zuppetta di pomodoro crudo e cotto


Bella la ricetta, piace molto quel dettaglio del pomodoro crudo e cotto in accostamento, interessante l'utilizzo dei fiori, ben curati i dettagli estetici dei singoli elementi, in particolare apprezzo la perfezione dei cannelloni; piacevole anche la presentazione vivace. L'unico accorgimento è non eccedere coi colori forti, più per gusto personale che per altro.

Al terzo posto abbiamo la n. 21 Claudia con Risotto alla zucca, ragu' di porcini e gelato al parmigiano


Un risotto, anche questo un piatto ben strutturato sul tema del contest. Molto bello il dettaglio del gelato di parmigiano che, grazie al contrasto di temperature, si presta ad una mantecatura perfetta. Ottimo anche il ragù di funghi: qui l'attenzione va rivolta alle dimensioni dei funghi sminuzzati, non troppo piccoli, da farne perdere la consistenza, e non troppo grandi.


VERONA GOURMET





Verona è sicuramente una delle città più belle d’Italia, vista da piccola non avevo goduto appieno la magnificenza di questa città se non per il fascino da ragazza romantica di Giulietta e Romeo.
Città che permette di girare tra opere d’arte e negozi griffati,  in continuo movimento e fulcro anche gastronomico.
Ben si sa che oramai noi ci spostiamo anche in base alle attrattive gastronomiche e sicuramente Verona fa del buon cibo uno dei punti di forza.
Per chi gira la città ben si troveranno punti di ristoro per tutte le esigenze, da chi si vuole sedere di fronte all’Arena a chi invece punta alle specialità diverse gastronomie danno la possibilità di sedersi direttamente nel negozio.

Alla sera pero’ non perdetevi assolutamente questi due indirizzi gourmet:

L’artigliere, ristorante con Locanda, di DavideBotta a Isola della Scala, via Boschi, 5, tel 045/6630710
Ambiente raffinato con mulino e ingranaggi assolutamente funzionanti, luci soffuse, ambiente chic per una cucina altamente raffinata e curata.


Pizzeria Saporè di Renato Bosco, a San Martino Buonocore, via  Ponte 53, tel 0458781791 


Si definisce il 'pizzaricercatore' ma in effetti e' cosi' non solo gli abbinamenti sono con prodotti di stagione, e spesso DOP cambiando spesso in carta, ma anche per gli impasti assolutamente unici e favolosi, dividendosi tra quelle in teglia alla romana, la pizza classica cotta in forno a legno e 'Aria di pane' costituita da un impasto sofficissimo con forte sentore di grano e servita a spicchi.

#ADOTTAUNOCHEF - ANDREA RIBALDONE



Alla fine del contest e in prossimità dell'annuncio dei vincitori vi voglio parlare di una iniziativa nata in collaborazione con Chic, #adottaunochef  , che ha lo scopo di avvicinare gli Chefs al mondo dei foodblogger; un progetto ambizioso che vuole essere uno scambio di idee e opinioni ma anche un punto di contatto di due realta' distinte sul mondo food.
Ovviamente sono ben contenta di farvi scoprire di piu' su Andrea Ribaldone che sta giudicando i vostri piatti e soprattutto uno Chef che adoro e che condivide con me le proprie origini alessandrine.


  Su che cosa si basa principalmente la tua cucina?
      Creatività, sperimentazione e tecnica, prima di tutto. Rispetto per la materia prima, ricerca minuziosa dei prodotti e studio. Per me esistono soltanto due tipi di cucina: quella buona e quella cattiva. Tutte le cucine hanno pari dignità. Che tu faccia panini, pizze, trattoria o alta ristorazione, il criterio non cambia: deve essere buono. La differenza la fanno, appunto, l’ispirazione, la tecnica, la ricerca, l’attenzione ai particolari e alla qualità della materia prima. Il territorio e le tradizioni, che pure sono importanti, non devono invece rappresentare una gabbia: siamo attori del nostro tempo ed è giusto che il nostro lavoro sia anche sperimentare e innovare. Amo cucinare le carni, il pesce in modo particolare; amo poco i dolci, prediligendo quelli al cucchiaio, che non sono mai comunque troppo dolci e giocano sui contasti.
Un piatto nasce spontaneamente o dietro c’è un grande studio?
Ovviamente, dietro ogni piatto c'è grande studio, prove e tentativi, talvolta anche fallimentari, per accostare e trovare il giusto equilibrio fra i sapori, i profumi, le consistenze; tutti gli ingredienti hanno importanza e devono essere valorizzati nella preparazione.
Come Chef come ameresti definirti?
  Non direi "come chef", non c'è differenza tra Andrea e lo chef: dico che la cucina è la mia vita, quindi, spero che nella mia cucina si percepisca chi sono, in tutte le sfumature che caratterizzano una persona, senza definizioni o etichette.
A chi dice che gli chef devono fare il loro mestiere stando nelle loro cucine e non esporsi con televisioni, format o blogger, cosa rispondi?
 Quello del cuoco è diventato un mestiere ambito e apprezzato anche grazie ai media: questa è una cosa certa ma la realtà non è solo quella che si percepisce in televisione. Fare il cuoco non è semplicemente pensare a un piatto e realizzarlo. Il più delle volte è fatica, tensione, ripetitività, ricerca spasmodica della perfezione, quasi sempre in contesti non agiati e confortevoli come quelli degli studi televisivo. Lo dico da ristoratore che trascorre anche 12-15 ore al giorno in cucina. Non è sempre vero che per iniziare una carriera da cuoco occorre passare per le scuole alberghiere, né tanto meno è vero che è attraverso un talent show ci si arrivi prima. Ciò che occorre più di ogni altra cosa è avere tanta umiltà e spirito di sacrificio. I percorsi possono essere tanti per arrivare ma è solo sul campo, in cucina che capisci veramente se hai la tempra giusta per affrontare le difficoltà di questo lavoro.
Perché per il contest hai scelto come tema le verdure?
Il tema delle verdure di stagione è quasi un tema libero che indirizza ma non mi pare non i la fantasia e la creatività dei partecipanti. Permette di dare colore ai piatti, le cotture sono svariate, tante le combinazioni,  dà la percezione di come la ricerca del prodotto di stagione, di qualità, possa essere determinante nella riuscita del piatto; inoltre, devo dire che ero curioso di vedere le proposte con un tema così ampio.

ed ecco a Voi una ricetta dello chef Andrea Ribaldone, eseguita da me per VOI!


Uovo con bagna cauda e verdure

4 uova
2 carciofi liguri
50 gr fave
50 gr piselli
4 asparagi
200 gr peperone rosso cotto al forno
1 pianta di trevigiana
1 carota
30 gr nocciole
150 ml olio nocciole
12 acciughe dissalate
4 spicchi di aglio novello
50 ml olio evo

Cuocete le uova in acqua (bagnomaria) a 63 gradi per 1 ora.
A fiamma dolce stemperate le acciughe e l'aglio nel l'olio evo.
Fuori fiamma unite l'olio di nocciole, frullate aggiungendo 15 gr di nocciole tostate.
Mondate le verdure, sbollentate i carciofi,piselli ,fave e carote, una verdura alla volta tenendole croccanti.
Spellate il peperone e fatelo a losanghe.
Nel piatto di servizio alternate le verdure, a cui avrete dato tagli di diversa forma,con gocce di bagna cauda.
Rifinite con carciofo,uovo e nocciole

BICERIN


Il “bicerin” è la più famosa e storica bevanda torinese,: si tratta di una squisita bevanda bollente servita in grandi bicchieri di vetro che ne permettono di ammirarne la corposità e il melange di colore
La ricetta è segreta ma prevede l’utilizzo di tre ingredienti: caffè espresso appena fatto, cioccolata e finissima crema di latte: il risultato è il frutto della fusione della cioccolata calda e il marcato sapore del caffè e la delicata schiuma raffreddata del fior di latte.
Per curiosità vostra, il tutto veniva accompagnato da dei “bagnati”, dolcezze artigianali di ben quattordici specie.
Io vi do la mia particolare versione…



100 GR CIOCCOLATO FONDENTE
30 GR CAFFE’ AMARO
1 PRESA CANNELLA
200 ML PANNA
20 ML AMARETTO

Sciogliere a bagnomaria il cioccolato con 100 ml di panna, poi unire il liquore (a piacere) e il caffè forte e amaro.
Girare per ben amalgamare; nel mentre a parte semimontare la panna rimasta che deve essere ben fresca.
Versare la cioccolata calda in un bicchiere, versare sopra la panna e una spruzzata di cannella.
Servire subito.


PIEMONTE-ROCCACIVALIERI BLOG TOUR

Il Piemonte è nel mio cuore, profondamente radicata in questa regione che ha tanto da offrire ma che è penalizzata anche da tante rivalita' che si sono create nel tempo.
Contenta perché per una volta sono riuscita a creare un blog tour nella mia terra anche grazie all’accoglienza e al supporto del bellissimo relais di Rocca Civalieri che ha ospitato i blogger provenienti da diverse zone d’Italia.
Ma sono loro i grandi e piccoli produttori presenti che si sono messi in gioco e hanno portato assaggi del frutto delle loro passioni: formaggi Montebore,Farina LongoMauro,Formaggi Cascina Vellero di Marcello Crosetto, Cascina Folletto,Salami Corte di Brignano, Oliveri,  Cioccolato Bodrato, Antica Pasticceria Zoccola



Mangiare  nello splendido contesto della casa vinicola Scarpa che e'  una delle case vinicole più antiche di Asti e' stata sicuramente un'esperienza istruttiva e originale che ha conquistato tutti.


Il blog tour poi è proseguito con lo show cooking di Andrea Ribaldone nella cucina del Ristorante Corte dei Civalieri coadiuvato dal giovane Ivan Tondat.
Un po’ di relax e una fantastica cena hanno chiuso la giornata.

Colombaccio e rape

Battuta di fassone, crumble pinoli

Ravioli del plin


Il giorno dopo la scoperta del Piemonte ci ha portato a Moncalvo, la più piccola città d’Italia, centro commerciale storico all’interno di una zona vinicola molto promettente ma anche patria del Tartufo che ha fatto bella mostra nei numerosi banchetti e nel fantastico pranzo dove siamo stati ospitati del Comune di Asti, rappresentato da Andrea Cerrato, che ci accompagnato e ci ha illustrato i futuri eventi gourmet.


Io non vedo l'ora di farvi scoprire nuove kermesse gastronomiche e prodotti locali e voi siete pronti a seguirmi?!