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DAVIDE BOTTA

 

Conoscere di persona un grande chef è sempre un’incognita,…. cosa si nasconde dietro alla divisa immacolata da chef e dietro a tante belle qualifiche?!
Con lui di sicuro andate sul sicuro perché dietro la divisa bianca dove sfoggia il nome del suo ristorante, l’Artigliere, e  di un marchio prestigioso di cui è il testimonial, Risoli', si cela un uomo dal grande sorriso e dalla cordialità spontanea e sincera.


E’ lui a fare gli onori di casa e a raccontarmi con un pizzico di orgoglio il luogo bellissimo e incantato che lo ospita, il fascinoso resort del Saltellone, ricavato in un antico borgo, (pensate che vi è persino un autentico pavimento romano); nelle cucine, dove vige l’ordine, inizia il mio percorso presentandomi i suoi uomini con cui condivide il successo e quello di sua moglie che gestisce la sala.
Il percorso gustativo finisce  nella splendida sala al primo piano che si affaccia sulla piscina e sul bellissimo giardino, finisce con tripudio di sapori che tanto ricordano i fuochi d’artificio.
Appena seduti siamo subito accolti con un fascinoso aperitivo, uno Spritz con sfere di aperol e gelatina di arancia servito con un cappuccino di zucca, panna e amaretti sbriciolati, olive e chips, home made e lecca lecca di formaggio.





Un fantastico cestino di pane (pan brioche, al nero di seppia, olive, cipolle sesami e semi di finocchio) è accompagnato da burro salato e vanigliato ed è affiancato per i più gourmand da un pacchettino di cracker con farina di farro.

Inutile dire che l’aperitivo è finito subito per far posto ad un meraviglioso piatto di fois gras che viene presentato sotto forma di cappuccino con gelatina di vendemmia tardiva, marmellata di cipolle, torcione alle spezie con gelatina di limone e classica terrina al sale di Maldon con a parte succo di frutti rossi.
Il tutto accompagnato da un passito dell’Azienda Agricola Pilandro.

Cambio di bicchieri con calici particolari e diversi fra loro per un Franciacorta Brut San Cristoforo per un piatto equilibratissimo: salsa di Franciacorta Brut con tagliatelle di manzo fassone crudo, cipolla rossa candita e caviale di acciuga.


Le sorprese non finiscono ed entra in scena il fantastico risotto appena affumicato con carpaccio di aringhe accompagnato da un Sauvignon australiano Mount Nelson 1999 che accompagna anche i particolari spaghetti alla bottarga con salsa all’aglio, di chiara influenza delle origini della moglie.


Dopo entra in scena il secondo che è un classico della tradizione bresciana ed è il manzo all’olio accompagnato da un Corte Francarosso Azienda Agricola La Gallinaccia del 2009.


Il finale è perfetto e pulisce la bocca, una perfetta panna cotta al limone con sorbetto al limone e limone candido…purtroppo non c’è più spazio per altri perché i dessert sono il suo forte per via delle tradizioni pasticcere della famiglia.


Capirete anche Voi senza tante parole quale viaggio ho fatto ma soprattutto è stata unica la sensazione di essere stata accolta da un vero amico!