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UN RISOTTO PER LE DONNE


Sapete alle volte si passa da un blog, si prende nota di un nuovo contest e poi si continua la navigazione spostando in un angolino quell'informazione appena presa.Poi improvvisamente ti ritrovi a cena con le tue amiche che non vedi da un po' e parlando del più e del meno finisci nell'argomento...endometriosi!
Allora, ti si accende la lampadina, ritorni su quel blog e leggi tutto d'un fiato per cercare di assimilare più notizie possibili e infine non solo decidi che devi partecipare subito ma devi passare parola, non solo a chi ha un blog ma anche alla tua amica!
Allora quell'appello fatto da  Sonia diventa un eco che pian piano propaga perchè in fin dei conti non si tratta solo di un semplice contest ma la consapevolezza di un qualcosa che fa parte del nostro quotidiano e della nostra salute.
Con piacere quindi vi partecipo e soprattutto vi invito a sostenere anche voi con una ricetta la A.P.E. Onlus, che si occupa proprio di questo disturbo femminile.
A sostegno, una volta di più, che la nostra salute dipende dal cibo che consumiamo scoprite anche voi quali cibi vi possono aiutare.
Ecco la mia ricetta del risotto al limone, con carciofi e uova di quaglia.


240 GR RISO CARNAROLI
2 CARCIOFI
1 LIMONE
4 ROSSI DI UOVA DI QUAGLIA
1 CIPOLLA
BRODO VEGETALE Q.B.
SALE
OLIO DI OLIVA



Pulire i carciofi togliendo le fette esterne più dure e poi tagliamoli a metà in modo da togliere anche la barbetta interna.
Affettarli sottilmente e poi condirli subito con qualche goccia di limone in modo che non anneriscano.
Mettere a rassodare nell'acqua calda le uova di quaglia e quando saranno pronte e raffreddate dividete i rossi dai bianchi.
Intanto tagliare la cipolla e versarla in una padella con un filo di olio.
Appena imbiondisce, versare il riso e il sale grosso e lasciare che si tosti qualche secondo.
Aggiungere a questo punto il brodo vegetale e iniziare la cottura girando di tanto in tanto.
A circa metà cottura aggiungere il succo del limone e poi eventualmente dell'altro brodo.
Quando vediamo che il nostro chicco di riso sembra pronto versiamo i carciofi e po' di olio di oliva.
Mantecare in questa maniera, continuando a girare.
Sbriciolare sopra i tuorli delle uova e servire subito.

EATING OUT A TORGNON


Eccomi qua con l'appuntamento dell' eating out!.
Dopo la gita al mare per par conditio non poteva mancare una tappa in montagna approfittando delle belle giornate e della neve rimasta.
La meta del viaggio è Torgnon.
Torgnon è un comune di 538 abitanti, compreso tra 800 e 3.320 metri di altitudine,appartenente alla Valtournenche, valle laterale della Valle d'Aosta.
Una delle principale risorse economiche di Torgnon è il turismo, soprattutto invernale, grazie al comprensorio sciistico presente nei pressi della località, è attrezzato con impianti che consentono di scendere su piste belle e alla portata anche degli sciatori alle prime armi; splendide poi quelle per lo sci di fondo che sbucano dalla foresta per offrire alla vista ampi ed incantevoli panorami.
Torgnon quindi è piccolino ma di sicuro vi riserverà molte sorprese come per ad esempio l'ospitalità.
Nel paesino non vi sono negozi alimentari di rilievo ma vi posso assicurare che il supermercato principale è ben rifornito e contiene anche prodotti di produttori locali;meritano di essere nominati
i prodotti dell'agriturismo Boule de Neige in fraz. Mazod 16, a circa 4 km. dopo il paese.
Producono formaggi, latte, burro e yogurt che sanno di buono e naturale e risentono molto dell'influenza della natura.
Sicuramente da provare il formaggio il Bleu di Torgnon, che producono solo loro: formaggio a pasta erborinata intenso e piccante.
Dunque se dopo una bella sciata non è abbastanza un bel panino e formaggio dei produttori locali non vi resta che andare a mangiare fuori e qui invece tante sono le proposte.
Sdolcinata non lo sono ma romantica sì, per cui vi propongo una bellissima cena in baita con gita in motoslitta; in mezzo ad un paesaggio innevato al chiaro di luna e accompagnati da una miriade di stelle ecco che le motoslitte vi porteranno in una graziosa baita dove potrete gustare dell'ottimo cibo.
Noi siamo andati al ristorante a conduzione famigliare Des Troncs , situato nella conca di Chantorné, (Loc. Chantorné Tel. 335.5950673):il locale si presenta in pietra e legno nel rispetto dell’architettura valdostana.
Ve la consiglio per diversi motivi:cucina casalinga ma ottima e gustosa, ambiente accogliente, celerità nel servizio (che avendo un bambino non sapate come lo apprezzi), garbo e cortesia e poi il prezzo!
Vi verranno proposti piatti della tradizione valdostana - quali crespelle, polenta concia e polenta accompagnata da carni (spezzatino, carbonade, salsiccetta, selvaggina) -affettati locali tra cui la mocetta, e tra questi quello che ho gradito particolarmente il lardo con le castagne nel miele
Adesso vi propongo la mia versione che so essere leggermente diversa dalla loro, ma è comunque ottima.

Premetto che le dosi sono un po' significative,dipende se volete ottenere un piattino da antipasto o qualcosa di più sostanzioso

100 GR LARDO D'ARNAD
10 CASTAGNE PULITE E COTTE
2 CUCCHIAI DI MIELE DI CASTAGNO
1 PRESINA DI BURRO

Disporre le fette di lardo d'Arnad su un piatto.
Intanto prendere le castagne che avete precedentemente pulito e bollite e sbriciolarle con la forchetta leggermente.
Mettere sul fuoco il miele e una presa di burro e appena si scioglie versarvi le castagne.
Spegnere il fuoco e amalgamarle nel sughetto.
Lasciar raffreddare leggermente e poi versale sopra il piatto facendo colare anche il liquido sopra il lardo.

La prossima volta però mi sono ripromessa che proverò ad assaggiare una loro specialità tipica gli “gnocchi del dau": a base di polenta, conditi con radicchio e una infusione di formaggi!

Spero come sempre di avervi ispirato per una bella gita, dove dopo una bella camminata o sciata sono sicura che vi coccolerete con dell'ottimo cibo.
A presto!

PIC-NIC



Quando ho letto il nuovo tema del contest di Leda e Claudia, bellissimo sul tema del pic-nic, ridevo da sola; mi avete preso in castagna!
Credo di essere una maniaca compulsiva su questo argomento, da anni alla ricerca di un cestino perfetto, ne possiedo diversi ormai in garage ma nessuno che veramente mi soddisfi.
E' il mio cruccio peggiore: troppo grandi, troppo piccoli, scadenti, pesanti, non raffinati, ecc...
Sono io l'incontentabile o non ho ancora trovato il “mio”?! Mio marito ormai ci rinuncia è stufo di regalarmeli per poi sentirsi dire “grazie, è bello, ma....”.
In generale non sono così, sono facilmente contentabile, ma il cestino da pic-nic rimane per me un problema.
E a questo punto vi chiederete “ma come è il tuo pic-nic ideale?”
Ebbene sì, sono in piccoli dettagli una inguaribile romantica, per cui perdonatemi per questo ma non devono mancare nel mio cestino i flutes di vetro e una bella bottiglia di vino!
Non pretendo le stoviglie d'argento, sarebbe troppo anche per me, ma un pizzico di raffinatezza rende più gustoso il pic-nic anche se siete in un bel prato verde a godervi le belle giornate.
Principalmente il cibo poi deve essere tutto tagliato e pronto per essere gustato, delle porzioni già fatte, perchè dopo una bella camminata non ho voglia di mettermi a farcire, tagliare e preparare, ma voglio sedermi su una bella tovaglia, bermi un bel bicchiere di vino e sbocconcellare il cibo con il naso all'insù a contare le nuvole!
La ricetta che vi propongo stavolta non è farina del mio sacco ma presa da un libro sulla cucina cretese.
Cosa c'è di meglio di una bella ricetta greca, di quelle con ingredienti genuini e della terra, per gustarsi un pic-nic all'aria aperta?!
Eccovi le mie polpette di cicerchie perfette da mangiarsi a temperatura ambiente, energetiche e gustose!


2 TAZZE DI CICERCHIA COTTA DEI CAMPI FLEGREI
2 CUCCHIAI DI CIPOLLA TAGLIATA FINEMENTE
2 CUCCHIAI DI SEMOLINO
1 CUCCHIAINO DI MENTA
OLIO, SALE E PEPE

In una ciotola grande svuotate le cicerchie bollite, le quali le avrete bollite dopo essere state in ammollo per almeno una notte intera.
Nella stessa ciotola aggiungete la cipolla tagliata finemente, la menta piperita sminuzzata finemente, il semolino, il sale e il pepe.
Mescolate per amalgamare bene gli ingredienti.
Formate con il composto delle piccole palline che appiattirete un po' con le mani e poi rimettetele in frigo a riposare per almeno mezz'ora.
In una padella antiaderente mettere un filo di olio di oliva e poi quando è caldo rosolare le polpette da entrambi lati.
Quando sono pronte toglierle e poi lasciarle sgocciolare su carta assorbente.
Regolare di sale e poi lasciarle raffreddare leggermente prima di prepararle per il vostro pic-nic.
Con questo partecipo a:

UN PRIMO VELOCE


Un bel week end in montagna di cui vi parlerò nella mia rubrica del eating out di venerdì lascia quando si arriva a casa una montagna di cose da fare:lavatrici, pulizie di casa, ecc...
Nel giro di due ore bisogna recuperare quello non fatto in una settimana di lavoro.
E poi si arriva all'inevitabile domanda del piccolo:”Cosa si mangia stasera?”
Ops...nel week end abbiamo finito le scorte settimanali e adesso cosa rimedio?...
Ebbene ho aperto il frigo e in due secondi ecco spuntata una pasta gustosa e veramente molto veloce, una alternativa al classico aglio, olio e peperoncino, gradita dalla sottoscritta ma ahimè non dal cucciolo.

240 GR PASTA FRESCA ALL'UOVO
50 GR DI BURRO DI CAPRA
2 ACCIUGHE SOTTO SALE
PISTILLI DI ZAFFERANO
1 PEPERONCINO INTERO
20 GR PINOLI

Mettere a bollire dell'acqua salata per la pasta.
Tostare i pinoli e poi tagliarli grossolanamente con il coltello; porre da parte.
Intanto mettere in un pentolino i filetti di acciughe, il burro, il peperoncino intero e i pistilli di zafferano.
A fiamma bassissima lasciare scogliere il burro e stemperare così i filetti di acciuga (Attenzione che non si bruci il burro)
Lo zafferano non si scioglierà ma donerà lo stesso un piacevole profumo.
Togliere poi il peperoncino e spegnere la fiamma.
Scolare la pasta al dente e amalgamarla al sughetto.
Servire con il trito di pinoli e a piacere una spolverata di parmigiano

BUDINO SPEZIATO AL BURRO SALATO


Già dall'anno scorso ci tenevo a partecipare a questo contest perchè apprezzo molto i prodotti delle Fattorie Fiandino e il loro burro, se voi lo assaggiate, vi rendete conto che sa di panna, latte, natura, insomma ingredienti genuini e buoni.
Il burro salato da noi in effetti non ha largo consumo come invece succede in Francia, per esempio, forse perchè non abbiamo bene in mente i molteplici usi.
Non solo è adattissimo a condire primi piatti, conferendo per esempio una perfetta mantecatura ad un buon risotto, o si sposa bene con piatti di pesce, preservandone la freschezza senza appesantire, ma il suo uso ben si adatta anche in pasticceria.
Che dire del famoso caramello al burro salato che ormai spopola ovunque?
Ma non vi fermate solo a quello,pensate in quanti dolci è necessario aggiungere quel pizzico di sale...ebbene provate a sostituire la ricetta aggiungendoci del burro salato e alla fine vedrete i risultati!
Io l'ho utilizzato in questo budino dal sapore un po' caraibico dove prevalgono moltissimo le spezie e il sapore forte del rum che viene perfettamente contrastato dal burro salato.
Che dire...non vi resta che fidarvi e provarlo!

Ingredienti x 6 budini

(per la prima parte)
30 GR UVETTA
30 GR MANDORLE
30 GR ZUCCHERO DI CANNA
BUCCIA DI UN ARANCIO GRATTATA
BUCCIA DI MEZZO LIME
½ CUCCHIAINO DI ZENZERO
1 CUCCHIAINO DI CANNELLA
3 TAPPI DI RUM SCURO
30 GR FETTE BISCOTTATE SBRICIOLATE

(per la seconda parte)
30 GR FARINA DI RISO
20 GR ZUCCHERO DI CANNA
3 UOVA
½ LITRO DI LATTE
60 GR BURRO SALATO 1889 FATTORIE FIANDINO

Preparazione
Per il budino miscelate l’uvetta, la buccia d’arancia e lime, la cannella e lo zenzero, in una grossa ciotola.
Aggiungere lo zucchero di canna, le mandorle tostate e ridotte a farina e le fette biscottate (o pane secco) sbriciolate finemente.
Versate il rum nella ciotola e mescolate per amalgamare il tutto.
Lasciate riposare per una notte a temperatura ambiente.
Il giorno dopo sbattere le uova con lo zucchero di canna e il burro salato ammorbidito.
Quando il composto è gonfio unirlo a tutti gli altri ingredienti che abbiamo lasciato a marinare e poi aggiungiamo il latte.
Continuando a mescolare per amalgamare gli ingredienti unire delicatamente anche la farina setacciata per evitare grumi.A questo punto versate il composto ottenuto negli stampi da budino fino all'orlo.
Mettere su di una teglia ricoperta di acqua in forno e cuocere così a bagnomaria per 30 minuti a 160° su funzione ventilato.
Potete fare la prova dello stuzzicadenti, se lo inserite nel centro e viene fuori pulito vuol dire che è pronto.
Togliere dal forno e dall'acqua e far raffreddare.
A piacere servire con una bella spruzzata di cannella sopra.




RAVIOLI INVERNALI


Queste giornate piovose mi mettono tristezza, non so da voi ma qui in mezzo alle nebbia, nel pieno della Pianura Padana, la tristezza ha steso il suo velo e il cielo continua a piangere.
Cosa c'è di meglio allora che impastare per occupare le mani e la mente in qualche raviolo dal sapore invernale e molto casalingo?!
Sapete bene che alle volte le ricette nascono dalla necessità di usare ingredienti che si hanno nel frigo e alla fine si rimane di solito stupiti dalla combinazione che ne esce.
Questi sapori sono decisamente invernali con l'aggiunta dello squacquerone che è un formaggio che ho scoperto qualche anno fa quando la mia amica si era trasferita a Bologna; probabilmente se non mi diceva che si usa molto nelle piadine non mi sarei mai sognata di cercarlo e provarlo.
La pasta dei ravioli è semplice, fatta nella maniera più classica ma il ripieno vi stupirà perché l'assembramento e la durezza delle noci con le castagne si fonde poi nella morbidezza del formaggio che si scioglierà appena lo metterete in bocca.
Ecco a voi allora la ricettina dei ravioli di castagne, noci e squacquerone:

x la pasta
2 UOVA
200 GR FARINA
ACQUA Q.B.
SALE

X la farcia
100 GR CASTAGNE PULITE E COTTE
30 GR NOCI
30 GR PARMIGIANO
TIMO
SQUACQUERONE Q.B.

X il sugo
100 GR BROCCOLI
OLIO, SALE
80 GR SQUACQUERONE

Procedere facendo una fontana con la farina e il pizzico di sale; aprire le uova e poi impastare in modo da formare un bel panetto elastico e malleabile.
Lasciare risposare almeno mezz'oretta.
Intanto preparate il ripieno frullando insieme le castagne pulite e già cotte, le noci tritate e il parmigiano grattato.
Regolare di sale e pepe e aggiungere una presa di timo.
Riprendere la pasta e passarla diverse volte nella macchina fino ad ottenere la consistenza desiderata.
Mettere un po' di ripieno su ogni porzione di raviolo (potete decidere voi che forma dare) e sopra il nostro pesto una puntina di squacquerone.
Non l'ho amalgamata al resto proprio per dare consistenze diverse al ripieno.
Richiudere i nostri ravioli facendo attenzione a non incorporare dell'aria.
Intanto che mettiamo l'acqua a bollire con il sale per i ravioli prepariamo la salsa di stagione.
Sbollentare in poca acqua salata il broccolo pulito e poi farlo saltare leggermente in una padella con un poco di olio.
Regolare di sale e pepe e a piacere aggiungere una puntina di peperoncino.
Aggiungere a questo punto lo squacquerone e lasciare che a fuoco bassissimo si sciolga.
Quando i nostri ravioli saranno pronti scolarli direttamente nella pentola del sugo e eventualmente aggiungere un cucchiaio di acqua di cottura per amalgamare.

FRITTELLE ALLA MAGGIORANA



Vi ho già detto di quanto sia orgogliosa della mia veranda che custodisce alcune piante da frutto ed erbe aromatiche.
Tra le erbette aromatiche chi non mi ha mai deluso da anni è una piantina di maggiorana, che continua a crescere ed è profumatissima; messa un po' al riparo d'inverno continua a superare le stagioni diventando così motivo di orgoglio.
Arriva direttamente dalla Liguria dove in effetti in cucina se ne fa largo uso ed ha un sapore decisamente pungente non sempre facile da abbinare.
Ho deciso di utilizzarlo proprio in una ricetta che mi fa ricordare le sagre di paese d'estate dove immancabilmente troverete, oltre a tanto buon pesce fresco, le frittelle.
Ogni paese ha il suo tipo di impasto e vengono presentate molto diverse sia per forma che per sapore.
Questa ricetta l'ho presa in prestito dai volontari che servivano da mangiare ad una delle feste nel paese di Cogoleto tanti anni fa e adesso sinceramente non so se hanno optato per altri tipi di impasto; a me piacevano da morire, così saporite con un cuore morbido dentro.
Le dosi sono molto approssimative perchè dipende dal tipo di patate che utilizzate e quindi da quanto assorbono ma intanto che girate vi renderete conto voi stessi della consistenza

200 GR DI PATATE LESSE SCHIACCIATE
SALE, PEPE
MAGGIORANA
FARINA Q.B
1 BICCHIERE CIRCA DI ACQUA GASATA
UN PIZZICO DI LIEVITO SECCO ISTANTANEO

Mettere le patate lessate e schiacciate ancora tiepide in una terrina.
Aggiustate di sale e pepe e poi versare subito un pizzico di lievito istantaneo e una bella manciata di foglioline di maggiorana.
Aggiungere l'acqua gasata e continuare a mescolare per amalgamare gli ingredienti che avranno una consistenza abbastanza molle.
A questo punto aggiungere pian piano la farina regolandovi da soli in modo da ottenere un impasto con la stessa consistenza di quanto fate i gnocchi, leggermente umido ma ben lavorabile.
Lasciate riposare coperto almeno 20 minuti.
Intanto versate dell'olio in un pentolino e mettetelo a riscaldare.
Quando l'olio sarà pronto versare il nostro composto a cucchiaiate.
Le palline diventeranno subito gonfie e appena si doreranno su entrambi i lati prendetele e lasciatele scolare su carta assorbente.
Gustate subito le frittelle ben calde, con una ulteriore spruzzata di sale e magari accompagnate da salumi o formaggi!
Con questa ricetta e la mia maggiorana partecipo alla raccolta:

SAN VALENTINO


Chi mi conosce bene sa che non sono una super romantica, di quelle che si lasciano andare a scene sdolcinate, noi siamo più stile arabo: in strada, lui davanti e io dietro.
Con questo non è che ci vogliamo meno bene di altri ma semplicemente non ci piace farci vedere in giro troppo teneroni!
San Valentino non lo abbiamo mai particolarmente festeggiato, anzi per me è sempre stata una giornata di super lavoro, e non ci siamo mai scambiati regali. Però, visto che amiamo tutte e due la buona cucina, questo è un pretesto per noi per una bella cenetta accompagnata da un buon vino.
Arrivo anche ad usare qualche stampino a forma di cuore che almeno in queste occasioni non stonano troppo!
La ricetta di oggi è quindi molto semplice ma a volte le cose semplici se ben presentate faranno lo stesso il loro bell'effetto!.
Con questa ricetta auguro a tutti un buon San Valentino, anche se in anticipo, così magari vi ispirate da questa ricetta: cupcakes al caffè al cardamomo.


100 GR DI ZUCCHERO + 2 CUCCHIAI PER IL CAFFE'
1UOVO
30 GR BURRO
120 GR FARINA AUTOLIEVITANTE MOLINO SPADONI
60 GR CAFFE'
SEMI DI CARDAMOMO
70 ML YOGURT BIANCO


Prima di tutto preparare il caffè nella caffettiera e poi lo versiamo ancora cado in una brocca con due cucchiai di zucchero e i semi di cardamomo estratti dai baccelli e leggermente pestati nel mortaio.
Sciogliere lo zucchero nel caffè e lasciar raffreddare.
Una volta raffreddato filtrare e tenerne da parte 60 gr.
Iniziare intanto i nostri cupcakes mettendo prima insieme gli ingredienti umidi.
Quindi sbattere con le fruste il burro ammorbidito con l'uovo finché diventi spumoso.
A questo punto aggiungere il caffè freddo e lo yogurt.
Continuare a mescolate.
Quando tutto si sarà ben amalgamato aggiungere gli altri ingredienti: zucchero e farina.
Continuare a girare poi versare gli ingredienti negli stampini (ne usciranno 9 o 10).
Infornare a 180° per 25 minuti.
Lasciar raffreddare.
A seconda poi dei gusti e delle capacità ricoprire con cioccolato bianco temprato a scagliette o cioccolato bianco plastico oppure una crema al burro se preferite, e tanti cuoricini di zucchero.


EATING OUT


Oggi parte una nuova rubrica: eating out.
Voi sapete ormai che la mia più grande passione oltre la cucina sono i viaggi e una valigia è sempre pronta per essere riempita in casa mia.
Quando non riesco a far viaggi lunghi mi accontento di gite fuoriporta durante le quali però mi immergo completamente nella realtà del posto e non mi accontento solo di guardare ma voglio provare anche tutte le cose buone che il posto mi sa offrire.
Ecco che di solito mi vedete chiedere con fare ammiccante ai giovincelli dove mi consigliano per prendere l'aperitivo o magari con un filo di voce cospiratorio chiedere al tabaccaio dove si mangia meglio.
La mia non pretende di diventare una vera e proprio guida enogastronomica, non mi ci vedo molto a fare la figura del critico ma vi do alcuni consigli su cosa ho comprato o mangiato in questi posti, e badate bene mi baserò esclusivamente su quello che dice la gente del posto.
Vi consiglio di lasciar perdere ogni tanto le guide stellate e di affidarvi alle esperienze vere di chi vive lì, di solito saranno contenti di poter esservi utili e consigliarvi al meglio.
La rubrica verrà solo messa il venerdì (e ovvio non sempre) e sarà correlata oltre che da foto anche da ricette tipicamente del posto.
N.B: se qualcuno in privato si sentisse di segnalarmi dei posti o di invitarmi a provare qualcosa di speciale non esitate a contattarmi.
La mia prima meta è San Rocco di Camogli.
La bellezza di questo paesino è che è immerso nel verde, con una vista mozzafiato, e da qui partono anche diversi sentieri che attraversano il Parco di Portofino, fino a Punta Chiappa e a San Fruttuoso.
Prima di partire per qualsiasi escursione (possono variare da mezz'ora fino a cinque ore, con diversi gradi di difficoltà) vi consiglio una sosta nella famosa panetteria del paese (Panificio Maccarini, via San Rocco 46) “Le gallette del marinaio”
Come ovviamente il nome già anticipa la specialità del locale è proprio questa e vanta una antica tradizione marinara.Si preparano con farina 00, acqua, sale, lievito e strutto. Sono cotte due volte per meglio biscottarle e si confezionano a forma rotonda, grandi quanto un piattino da cappuccino e non più alte di 1 cm. Si possono mantenere anche per 3-4 mesi.
Essendo molto dure per l'uso dei pescatori e dei marinai liguri, che potevano preparasi facilmente in barca durante l loro lunghe trasferte, prima di essere consumate devono essere necessariamente ammollate in acqua.
Adesso si usano per preparare panzanelle, arricchire zuppe di pesce e per la tradizionale capponadda di cui vi lascio la loro ricetta.

 
La Capponadda nel panorama della Gastronomia Genovese deve essere collocata tra i piatti di estrazione marinaresca. E' fondamentalmente un'insalata, un'insieme cioè di diversi ingredienti, che lega prodotti di mare con quelli di terra.

2 Gallette genovesi
160 gr. di tonno conservato
2 Pomodori maturi
6 Acciughe salate
15 Olive Taggiasche
2 Uova sode
1 Cucchiaio di Capperi
1 Spicchio piccolo di Aglio
1 pizzico di Origano
1 pizzico di trito di Prezzemolo
Olio q.b.
Sale q.b.

Spezzettare le gallette e inumidirle con acqua in modo che si ammorbidiscano; metterle in una ciotola e aggiungere i pomodori tagliati a pezzettini, le acciughe sfilettate e divise ciascuna in 4 parti, il tonno sminuzzato, i capperi, le olive e lo spicchio di aglio tritato finemente. Condire con olio d'oliva ligure, sale, un pizzico di prezzemolo e un po' di origano. Disporre il tutto in un piatto di portata avendo cura di mettere in bella mostra le uova tagliate a spicchi e alcune fettine grandi di pomodoro.
Ritornando a noi se le gallette non sono abbastanza per sfamarvi, vi potete anche deliziare con la loro focaccia che è buonissima!
Se non siete amanti delle passeggiate non disperate, dei comodi bus vi porteranno dovunque voi vogliate andare: Santa Margherita Ligure, Portofino, Recco o la vicina Camogli, tutti paesini liguri bellissimi che meritano da soli una visita.
Noi abbiamo optato per quest'ultima.
Camogli è storicamente un borgo di pescatori dalla’antica tradizione marinara, oggi meta turistica in quanto località balneare. Il borgo marinaro di Camogli, situato nel del Golfo Paradiso, sorge proprio a ridosso del monte di Portofino, a soli 20 km da Genova. Camogli offre un paesaggio tipico dei borghi liguri, molto ospitale, con le coloratissime casette una attaccata all’altra e che si affacciano sul mare. Come da tradizione il piccolo e antico porticciolo è ancora pieno di barche da pesca e gozzi colorati.
Ovviamente anche qui non potevo esimermi dal chiedere,visto che siamo in Liguria,il posto dove si mangia la focaccia migliore e tutti sono stati concordi: le Petit Four nel budello centrale.
Mi era stata raccomandata quella di cipolle e io all'inizio, visto che la trovo un po' pesante ho storto il naso, ma anche qui mi sono fidata e ne ho comprato un pezzo.
Spero che le persone che mi hanno consigliato leggano questo pezzo perchè devo dire con assoluta certezza la più buona che abbia mai mangiato e li ringrazio del consiglio
Vi segnalo ancora un locale dove prendere l'aperitivo.
Da una indagine tra i giovani, in questo periodo dell'anno non c'è un vero e proprio bar che spicchi sugli altri ma uno forse si distingue di più anche per la posizione invidiabile, con una ampia vetrata direttamente sul mare e di fronte ad una delle piazzette principali di Camogli: Bar Hook, via al Porto.
Posso aggiungere che oltre alla bellissima vista come valore aggiunto al posto, il prezzo: con quello che abbiamo speso per tre aperitivi (anche mio figlio ormai ha questa abitudine) da noi forse ci pago tre caffè!!
Per i ristoranti questa volta non vi segnalo nulla, anche perchè stavolta non ci siamo andati, ma in compenso vi lascio una antica ricetta tipica di questo posto: Mandilli de Saea letteralmente fazzoletti di seta, dovuto al fatto che la pasta va stesa molto sottile e dalla larghezza di un fazzoletto.
Di solito si condisce con il pesto e fagiolini e patate.

 
Per il pesto vi rimando alla ricetta del consorzio ligure del pesto http://www.mangiareinliguria.it/consorziopestogenovese/pestogenovese.php

INGREDIENTI PER 4 PERSONE
IMPASTO:
150 gr. di farina
1 rosso d'uovo
Acqua
Sale q.b.
Olio

Si procede normalmente formando una fontana con la farina, si mette il rosso dell'uovo e il sale e si procede mettendo l'acqua tiepida.
Si impasta finchè la pasta diventerà omogenea e poi si lascia riposare almeno mezz'ora.
Si passa nella macchina prima più grossa e poi sempre più fine finchè non si formano dei rettangoli molto fini.
Si mette a bollire intanto dell'acqua salata e poi si buttano al massimo tre fazzoletti.
Si lasciano cuocere qualche minuto poi si tirano su e si condiscono subito.
Si servono appena si tolgono dall'acqua per evitare che si attacchino tra di loro.
Preferibilmente si condisce con il pesto e fagiolini e patate.

Se vi recate in queste zone, potete godere delle belle giornate in spiaggia, che in questo periodo visto la poca affluenza dei turisti sono fantastiche, e magari prepararvi un bel pic-nic con la capponnata, la focaccia e un buon pigato.
Cosa si può desiderare di più'?!
Una ultima segnalazione per gli innamorati; per questo week end di San Valentino tante sono le proposte organizzate dalla pro loco.

SOTTO SALE

A Natale mi è stato regalato un fantastico libricino della Bibliotheca Culinaria dal titolo “In crosta”.
Veramente molto ben illustrato descrive con ricette particolari e gustosi le varie maniere per racchiudere e cuocere in crosta gli alimenti.
Questo metodo di cottura consente di preservare maggiormente i sapori naturali degli ingredienti e al momento della rottura della crosta si sprigioneranno tutta una gamma di profumi.
Mi sono stupita della varietà delle croste che si possono fare, non solo protettive della pietanza ma anche spesso usate per accompagnare e dare più sapore alle stesse pietanze.
Ho sfogliato con interesse il libricino ma alla fine la mia mente mi ha riportato ad una ricetta che di un grande chef che ho assaggiato tempo fa nel suo ristorante.
Lo chef in questione è Andrea Ribaldone ,penso che non debba essere presentato più di tanto, e  il suo cavallo di battaglia, sono proprio le cipolle in crosta di sale.
Vi posso assicurare che assaggiare queste cipolle, è una vera esperienza culinaria; non so dirvi come ingredienti così semplici e un sapore così delicato, possono essere ancora impressi nella mia mente nonostante siano passati come minimo due anni..
Ora la sua ricetta originale la trovate in internet, molto ben spiegata, ma io invece vi propongo una mia versione con un tipo di crosta invece che mi ha ispirato il libro: cipolle in meringa di sale.
Una unica raccomandazione: la crosta è talmente bella che se qualcuno non si rende conto di che cosa nasconde allunga subito il cucchiaio e la mette in bocca, ma è solo un elemento di copertura, quindi fate attenzione (è capitato a tutti i componenti della mia famiglia a turno, che credevano fosse dolce, aspettavano che mi girassi e poi si avventavano, però con una brutta sorpresa!).




X una teglia
7 CIPOLLE BIANCHE DI MEDIE DIMENSIONI
50 GR GRANA GRATTATO
MAGGIORANA
20 GR PINOLI

X la meringa di sale
3 ALBUMI
700 GR DI SALE FINE
PEPE BIANCO
ERBETTE SECCHE TRITATE

Aprire le cipolle a cui non abbiamo tolto la buccia a metà.
Svuotarle della maggior parte del loro interno.
Frullare l'interno delle cipolle con il grana grattato e i pinoli tritati finemente.
Aggiungere una presa di maggiorana e girare.
Con un cucchiaio riempire di questo composto le cipolle e poi cercare di riunire le due metà.
Nel frattempo montare a neve ben ferma gli albumi e poi versarvi a pioggia ben fine il sale, una spruzzata di pepe e un po' di erbette secche, continuando a mescolare finché non si ottiene un composto spumoso e denso.
Trasferire la meringa di sale in un sac à poche con un beccuccio largo.
Mettere le cipolle dentro la nostra pirofila e poi con il sac à poche ricoprirle interamente.
Metterle nel forno a fuoco moderato 140° circa per almeno 1 ora.
Lasciar riposare e portare in tavola la teglia così com'è davanti ai nostri ospiti.
Al momento di servire con un cucchiaio rompere la crosta e servire le nostre cipolle privandole della buccia che verrà via tranquillamente.

TRADIZIONE E INNOVAZIONE

Due sono i motivi che mi hanno portato alla realizzazione della ricetta di oggi: lasagne al porto bianco con radicchio, noci e taleggio.
La prima è l'ondata di ricette di lasagne nei vostri blog; in molto sono quelli che le hanno riproposte,ovviamente ognuno con la sua versione.
Per cui a furia di vedere tutte quelle immagini bellissime nel mio immaginario ormai vedevo solo più delle lasagne e come un tarlo continuava a farsi sentire insistentemente!
Ho provato a dire alla mamma “'E' da tanto che non fai le lasagne”, ma il discorso è finito con “vero!”,..... inutile.... dovevo rimediare da sola.
Il secondo motivo perchè volevo utilizzare un formaggio DOP che non è assolutamente amato dai giovani perchè un po' forte e dall'adore molto intenso ma a me, piccolo topino, molto molto gradito.
Il taleggio è tipico delle valli bergamasche sin dall'inizio del 900; inizialmente il formaggio così prodotto veniva chiamato “stracchino”, nome che per secoli in Lombardia ha contraddistinto, più che un determinato formaggio, in generale tutti i formaggi molli a forma quadrata.
Essendo un marchio di origine protetta rientra non solo in un consorzio di tutela ma è anche uno dei quattro protagonisti, insieme al Provolone Valpadana, Quartirolo Lombardo e Salva Cremasco, di un portale e blog nato per promuovere questi formaggi: www.altiformaggi.it.
Vi consiglio una visita non solo perchè è molto interessante ma anche perchè ultimamente è nato il progetto Art Collection, dove i Consorzi di Tutela propongono chicche di arte figurativa e cultura gastronomica mettendo a confronto l’occhio dell’artista e la mano del cuoco che plasmano ogni prodotto in modo differente pur rispettando canoni di eccellenza culinaria e tecnica pittorica.
Ma ora eccovi la ricetta con le dosi per noi tre:

x la pasta
200 GR DI SEMOLA MOLINO SPADONI
2 UOVA
SALE
5 GR OLIO

X la besciamella
500 GR LATTE
20 GR PORTO BIANCO
50 GR FARINA
25 GR BURRO
SALE

x il sugo
500 GR RADICCHIO ROSSO PULITO
50 GR NOCI
250 GR TALEGGIO
1 SPICCHIO D'AGLIO

Preparare la pasta facendo una fontana con la farina e un pizzico di sale e poi incorporando pian piano le uova e l'olio.
Impastare fino a rendere la pasta liscia ed omogenea.
N.B: Ho usato la semola e non la farina perchè volevo dare un preciso senso di rugosità alle mie lasagne in quanto la quantità di besciamella è molto consistente.
Formare una palla e lasciar risposare l'impasto.
Procedere con la besciamella: metter in un pentolino i liquidi ed inizare a scaldare a fuoco basso.
Quando inizia “a fumare” aggiungere pian piano il sale e la farina, continuando a rimestare affinchè non si formino grumi. Appena prende bollore, la salsa inizierà ad addensarsi, spegnere il fuoco e lasciar scogliere il burro sempre continuando a rimestare.
Lasciar raffreddare prima di usare.
Pulire e tagliare finemente il radicchio.
Mettere in un pentolino un po' di olio di oliva e lo spicchio di aglio.
Aggiungere a questo punto il radicchio e lasciar stufare a fuoco moderato per almeno 20 minuti.
Regolare di sale e pepe.
Quando il radicchio sarà pronto togliere lo spicchio di aglio, aggiungere le noci tritate molto finemente e il taleggio che si deve sciogliere.
Amalgamare molto bene il composto fino ad ottenere una bella cremina.
A questo punto non ci resta che montare il tutto: stendere la pasta e passarla più volte nella macchina fino ad ottenere dei rettangoli di pasta fine ed omogenea.
Io li faccio precuore nell'acqua bollente e poi rivesto il primo strato della teglia.
Ricoprire con due cucchiai di salsa al radicchio e poi la besciamella.
Procedere così fino all'ultimo strato.
La salsa al radicchio ha un sapore deciso per cui va equilibrata con la besciamella.
Una volta terminato infornare e cuocere per 30 minuti a 180°.


CRUMBLE AGLI AGRUMI

In questi giorni ve l'ho detto sono veramente molto presa e impegnata su molti fronti.
Ma oggi avevo voglia di un dolce sano, profumato, di quelli gustosi che ti fanno sentire in perfetta armonia con l'ambiente.
Avevo in casa le mie arance biologiche, le uova delle galline della Marina, il burro della Pat e il mio primo limone; cosa creare se non un crumble agli agrumi?!
Dovete vedermi al mattino come mi alzo fiera dal letto, tiro su la mia tapparella e mi ritrovo davanti il mio limone.
Quei frutti dorati mi mettono di buonumore e mi basta annusarli per perdermi in un altro mondo.
Ma ho appena raccolto il primo frutto per cui in questa ricetta ne userò solo la buccia; lo so mi crederete matta ma appena li colgo ci metto un po' prima di decidermi di adoperarli, il fatto di compiere il loro sacrificio in nome della genuinità e del sapore vero comporta un rituale particolare e di sicuro una ricetta che li immortali nelle più alte sfere del piacere.
Un po' come bere una bottiglia di buon barolo; non so voi ma io devo per forza accompagnarlo con il piatto giusto, con il momento propizio a costo di tenerla lì per degli anni.
Esaltata oppure solo amante del saper condividere con la cucina delle sensazioni uniche?!...a voi l'ardua sentenza!
Mentre pensate se sono un po' matta vi lascio la mia ricettina; richiede più preparazioni ma non è difficile e di sicuro merita nel gusto (l'ho fatta ieri ma qualcosa mi dice che un topo passerà stanotte e incurante di queste mie idee sull'aspettare e godersi il più possibile i piaceri della cucina la finirà tutta, per cui per me domani sarà solo un piacevole ricordo!).




X la frolla
250 GR FARINA
125 GR BURRO
1 UOVO
80 GR ZUCCHERO
GRATTATA DI SCORZA DI LIMONE

x la crema
200 GR LATTE INTERO CIRCA
1 UOVO
50 MAIZENA
160 GR MARMELLATA DI LIMONE (io ho usato la bilogica di rigoni di asiago)
SUCCO DI DUE ARANCE
N.B.: I LIQUIDI IN TOTALE DEVONO RAGGIUNGRE I 250 GR PER CUI PRIMA PESATE IL SUCCO DELLE ARANCE POI AGGIUNGETE IL LATTE DI CONSEGUENZA

MANDARINI (anche qui la dose è indicativa più o meno io ne ho adoperati cinque ma i miei erano biologici e non molto grandi)

x il crumble
130 FARINA
80 GR BURRO
2 CUCCHIAI DI ZUCCHERO A VELO

Per la frolla procedere nella maniera classica lavorando molto velocemente gli ingredienti con le mani fredde.
Avvolgere il composto a forma di palla e lasciar riposare in frigo per almeno una oretta.
Intanto preparare la crema:prima pesare il succo delle arance e poi aggiungere il latte fino ad arrivare al peso desiderato.
Mettere a scaldare i liquidi in un pentolino e aggiungere la marmellata.
Continuare a fuoco moderato fintanto che la marmellata non si sarà sciolta, aggiungere a questo punto l'uovo leggermente sbattuto e la maizena continuando a rimestare affinché non si formino grumi e a questo punto alzare leggermente il fuoco.
La crema dovrebbe iniziare ad addensarsi.
Quando vedete che vela il cucchiaio spegnere il fuoco e far raffreddare lentamente.
Nel mentre preparare gli ingredienti per il crumble; versare la farina e lo zucchero in una ciotola e poi il burro leggermente ammorbidito.
Lavorare con le mani in modo da formare dei grossi bricioloni, lasciar comunque riposare poi in frigo per almeno 20 minuti.
Pulire i mandarini e lo so, lavoro ingrato, privarli delle pellicine bianche e di eventuali semi; io non li spello a vivo perchè di solito la pellicina in mandarini biologici non è spessa o raggrumata come in quelli da supermercato.
A questo punto stendere la pasta frolla nella nostra tortiera, versare sopra la crema all'arancia e limone, inserire qua e là delle fette di mandarini (l'ordine deve essere sparso e casuale intanto verranno ricoperti) e poi ricoprire il tutto con i bricioloni.
Infornare a 180° per 25 minuti circa.


MY COMFORT FOOD


Queste nebbia che avvolge la città e che non sembra abbandonarci più mi riporta in uno stato di depressione ed apatia.
Manca così tanto alla adorata primavera?! Ve l'avevo già detto che non sono un'amante del freddo, a me si addicono di più le giornate soleggiate e il caldo sulla pelle che visto il mio incarnato mi trasforma ben presto in un gamberetto!
In queste giornate non mi resta che dedicarmi ad un cibo consolante, il mio comfort food per eccellenza: il purè.
Eccolo qui il mio più semplice e confortante cibo, quello che scalda il cuore e mette d'accordo tutta la famiglia, quando lo faccio sono sicura di non sbagliare mai ed è una vera prova di amore girare e girare per renderlo liscio ed omogeneo.
Mangiare un cucchiaio di purè è sempre come approdare in un porto sicuro, è avvolgersi in un abbraccio confortante.
E a volete sapere la cosa più bella? Si può fare con qualsiasi ortaggio e sarà sempre buonissimo e apprezzato come questo ai tre ortaggi.

UN SEDANO RAPA (il mio è di 500 gr)
1 FINOCCHIO
PATATE
30 GR BURRO
3 DL LATTE INTERO
30 GR DI PARMIGIANO REGGIANO
NOCE MOSCATA
SALE

Pulire il sedano rapa, le patate e il finocchio.
Tagliarli a pezzi più piccoli e metterli in una casseruola con il latte e un po' di sale.
Cuocere finché le verdure saranno stracotte (circa 40 minuti), passarle nello schiacciapatate e poi rimettere nello stesso pentolino caldo.
Continuare a girare per ben amalgamare ed evitare la formazione di grumi tenendo il fuoco basso.
Aggiungere a questo punto il burro, il parmigiano grattato e una presa di noce moscata.
Continuare a mescolare e servire bello caldo.