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#IGmi15


Poco prima dell’inizio di Expo, questo undicesimo convegno di Identità Golose ha un sapore dolce-amaro; si capisce l’importanza di creare dibattiti che non siano banali, che lascino un segno e che sensibilizzano ancora di più sul food e su tutto quanto concerne. Da qui la scelta di Paolo Marchi, fondatore di questo evento di parlare quest’anno della “sana intelligenza” di puntare l’attenzione verso il sano, intelligente ma anche buono, responsabile e giusto.
E se il grande Massimo Bottura esordisce dicendo che “recuperare gli scarti non è degradante e che scartare il cibo vuol dire arrendersi”  tutti gli altri cercano di sensibilizzare, catalizzare l’attenzione su una cucina sana, più in accordo con l’ambiente.




Amare gli ingredienti come se dovessimo amare noi, consapevoli che quello  che mangiamo si riflette automaticamente sul nostro corpo è alla base della cucina di Pietro Leemann , stellato, che da sempre cucina vegetariano ma che all’inizio la chiamava “alta cucina naturale” per non spaventare nessuno.




 E se persino il grande Alain Ducasse cerca di spiegare la scelta del suo ultimo ed ennesimo ristorante di lusso, Plaza Athènèè a Parigi, di non proporre carne ma solo pesce, verdure e legumi, un minimo di curiosità si innesca in ognuno  di noi.
E mentre si innescano riti che hanno un non so che di religioso, si agisce sull’acqua, sui lieviti e si inneggiano funghi, la mente si apre a nuovi gusti, a concetti che sono inizialmente difficili ad entrare ai più, ma una piccola particella di curiosità entra, chissà sotto quale forma o nascosto in chissà quale assaggio, ma del  resto la curiosità è alla base dell’intelligenza.


Personalmente amo gli chef che cucinano ma anche chi sa aprirmi la mente, per cui #IGmi15 questa volta hai fatto centro!