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RAVIOLI AL BRASATO

Lo so ma ultimamente mi sento nostalgica e mi vien voglia di proporre solo ricette piemontesi, del resto un po’ di ritorno alle origini non fa male!
Di sicuro la ricetta “principe” del Piemonte sono gli agnolotti, il cui nome deriva dal cuoco monferrino Angiolino detto Angelot che fu il primo ad inventare questo tipo di raviolo  a cui venne dato il nome di “piat d’Angelot” trasformatosi con il tempo in agnolotto.



RAVIOLI AL BRASATO



X la sfoglia classica
400 g di farina

4 uova

sale qb.

X il ripieno
300 g di brasato

150 g di prosciutto cotto (mia nonna usava la mortadella)

60 g di parmigiano

250 g di cavolo verza

due uova
sale q.b.
Pepe q.b.

Preparate la sfoglia nella maniera classica formando un vulcano di farina;  rompere all’interno le uova, poco alla volta, impastando finchè il composto diventi liscio ed omogeneo. Avvolgere nel telo e far riposare almeno un paio di ore.
Tritate il brasato (stracotto di carne bovina, cotta con un po’ di vino e concentrato di pomodoro) e il prosciutto e mettete da parte in una terrina.

In una casseruola, con un filo d’olio far rosolare il cavolo verza per qualche minuto e poi regolare di sale.

Preparate ora il ripieno unendo al brasato e al prosciutto, il cavolo verza, l’uovo e il parmigiano, amalgamate e mettete da parte.

Prendete la pasta preparata, disponetela sul piano di lavoro e stendetela in una sfoglia sottile, disponete sulla sfoglia delle piccole nocciole di ripieno, distanziandole due centimetri circa dal bordo e tre centimetri circa l’una dall’altra.

Ripiegate il bordo della sfoglia sulla fila del ripieno e fatela aderire aiutandovi con le dita.
Ritagliate la fila con una rotella dentellata, saldate i bordi tra un mucchietto e l’altro e separate sempre con la rotella, gli agnolotti l’uno dall’altro.
(ovvio che lo stampo metallico vi aiuterà).
Lessateli in abbondante acqua salata con l’aggiunta di un cucchiaio di olio, cuoceteli per circa 6 minuti(il tempo di cottura è indicativo e varia dallo spessore della sfoglia)
Scolateli e conditeli con il sugo desiderato.
Serviteli caldissimi.

N.B.: il ripieno varia leggermente poiché è una ricetta popolare che ognuno tramanda in famiglia; vanno serviti con sugo di brasato filtrato ma anche nel vino o, come vuole la tradizione in bianco nel tovagliolo di lino.