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BRUTTO TEMPO...E MERENDINE



Vedendo le giornate bellissime di maggio prospettavo un'estate bellissima mentre come tutti, sono rimasta un po' “fregata”.
Per me è il tempo ideale ma è lunga far passare la giornata ad un bambino che invece vuole giocare con i suoi amici in spiaggia quando fuori diluvia.
Per fortuna un cappello da chef e la prospettiva di sporcarsi lo stesso le mani possono cambiare l'umore del mio piccolo aiutante e aiutarmi a preparare una ottima merenda.
Eccomi allora con le crostatine al cioccolato e pesche alla malvasia

(x 6)
Per la frolla:
120 GR BURRO
80 GR ZUCCHERO A VELO
200 GR FARINA
50 GR MANDORLE
2 TUORLI
2 CUCC.LIEVITO
SCORZA GRATTUGGIATA DI LIMONE
PIZZICO DI SALE

Per la crema al cioccolato :
½ LITRO DI LATTE
1 BICCHIERE DI MALVASIA
100 GR ZUCCHERO
100 GR CIOCCOLATO FONDENTE 70%
30 GR BURRO
100 GR PANNA
30 GR PISTACCHI
3 BELLE PESCHE
CHIODI DI GAROFANO

Sistemate in una ciotola il burro e lo zucchero, poi unite i tuorli, la scorza del limone ed infine la farina setacciata al lievito, le mandorle tritate finemente a farina ed il pizzico di sale.

Impastate velocemente, raccogliete l'impasto e fatelo riposare per mezz'ora in frigorifero.
Stendete poi l'impasto nelle tortiere e ritagliate la pasta in eccesso.
Coprite con un foglio di carta forno e depositate sul fondo dei fagioli.
Cuocete a 180° per circa 17 minuti.
Nel frattempo riunite in una casseruola lo zucchero, il cioccolato grattugiato e unite poco per volta il latte caldo e la panna
Cuocete la crema a fuoco bassissimo avendo cura di mescolare continuamente fino a che si scioglie il cioccolato. Toglietela dal fuoco ed aggiungete il burro ed amalgamate.
Lasciate raffreddare e quando sarà fredda versate la crema nelle tartellette
Pulire intanto le pesche e dividerle a metà.
Scaldare in un pentolino la malvasia con i chiodi di garofano e appena prende bollore buttare le pesche. Lasciarle immerse qualche minuto poi spegnere la fiamma e farle raffreddare nel pentolino.
Sistemare poi la metà della pesca al centro della tartelletta e decorare con granella di pistacchi.

MONTEBORE



E' giunto il momento di parlare della signora Agata come vi avevo promesso.
Dovete scusarmi se ultimamente i miei post sono un po' lunghini ma trovo che sia bello rendervi partecipi delle mie gite fuori porta anche perché mi sono resa conto che alle volte vicino a noi ci sono dei posti magnifici di cui ignoriamo l'esistenza.
Quel giorno chiedendo alla mia amica Patrizia di accompagnarmi in Val Borbera non mi sarei mai aspetta di trovarmi davanti ad un posto magico in mezzo a bellissime vallate verdi e canaloni, in una natura prorompente, e di trovarmi a parlare di cucina mentre dei daini facevano capolino tra le piante.
La signora Agata è una grande appassionata di buona cucina biologica e una ottima cuoca che nel suo agriturismo propone pietanze dal gusto genuino e naturale, con un tocco sfizioso ma assolutamente di provenienza a km.0.Una delle sue tante qualità (vi assicuro che sono molte) è stata quella di riscoprire una tradizione andata ormai persa negli anni ottanta: quella del Montebore.

Il formaggio (composto da un un 30% di latte di pecora e 70% di latte di vacca) di origini antichissime divenne famoso quando fece la sua comparsa nel 1489, in occasione delle nozze tra Isabella d'Aragona e Francesco Sforza.
Questo formaggio si distingue infatti per la la sua forma particolarissima; di fronte al vetro del caseificio (di modeste dimensioni, indice a mio avviso di qualità e non di grande distribuzione a discapito a volte della qualità) mi sembrava di essere di fronte ad una pasticceria dove tante tortine nuziali facevano la loro comparsa.
Ma oltre a questo formaggio ormai famoso ve ne sono molti altri che meritano di essere assaggiati e che la signora produce con passione e dedizione:Borberina (ottima da fare al forno o grigliare) Mollanina (100% vacca), Ruè (puro latte vaccino),Cadetto (100% pecora, stagionato),Mongiardina, ricotta fresca, ecc..

Vi dico solo che alla fine del giro mi sembrava di essermi trasformato in un topolino impazzito che insegue il profumo di formaggio!
Ma non solo i miei occhi brillavano per la bellezza di questi posti e di questi prodotti genuini, ma soprattutto perché parlare con la signora è stato come riscoprire un pezzetto delle mie origini e del mio passato; vedere poi la passione che ci mettono in questo duro lavoro per non perdere una tradizione antica mi ha toccato veramente il cuore!
Scusatemi ancora se mi sono dilungata, ma sapete che tengo sempre a conoscere cosa metto sulla mia tavola, e per farmi perdonare vi lascio con una ricetta che mi ha suggerito lei anche se ci sono delle varianti e le dosi sono diverse: Budinetti di Montebore con salsa di mele e peperoncino

x i budinetti
1|2 LITRO DI LATTE
1|2 LITRO DI PANNA FRESCA
400 GR MONTEBORE FRESCO DI 1 MESE
4 FOGLI DI COLLA DI PESCE

x la salsa
1 MELA DI MEDIE DIMENSIONI (l'importante che sia farinosa e non acida)
1 CUCCHIAIO DI PAPRICA DOLCE
1 PIZZICO DI PEPERONCINO
15 GR ZUCCHERO DI CANNA

In un tegame di medie dimensioni far scaldare il latte, aggiungere il Montebore tagliato a pezzettini e poi la panna.
Cuocere a fuoco bassissimo finché il formaggio si sarà sciolto.
Aggiungere a questo punto la colla di pesce precedentemente ammollata e amalgamare bene.
Spegnere il fuoco, attendere qualche minuto e poi versare negli stampini.
Riporre in frigo per qualche ora.
Intanto pulire la mela e tagliargli a pezzettini piccoli; metterla in un tegame con lo zucchero di canna e far cuocere a fuoco moderato per all'incirca 20 minuti finché non si sarà spappolata.
Aggiungere la paprica dolce e il peperoncino, amalgamare e lasciar riposare la salsa finché si fredda completamente.
Servire poi i budinetti con sopra un cucchiaino di salsa.

Per chi volesse immergersi nella natura e gustare buon cibo:
Vallenostra soc.coop. agricola
C.na valle 1
15060 Mongiardino ligure (AL)
0143 94131

p.s: fidatevi …. le ricette della signora Agata non sono ancora finite!

DUE NUOVI SAPORI


La ricetta è di quelle semplici e dal gusto di mare ma molto sfiziosa nonostante il tempo non sia dei migliori e per il primo anno ho visto i fuochi d'artificio del paese sotto un acquazzone pazzesco.
Questa ricetta è nata da una sperimentazione di gusti e ne sono decisamente rimasta entusiasta.
Grazie a Federica ho avuto l'opportunità di trovarmi davanti ad un bel pacchetto di ceci neri biologici il cui gusto devo dire mi ha entusiasmato,(il sapore è quasi di nocciola) a cui è stata aggiunta della polpa di granchio che ha reso decisamente la ricetta più raffinata.
A voi il piacere di provarla con soprattutto l'augurio per tutti di godersi una bella estate.

250 GR CECI NERI BIOLOGICI
1 CIPOLLINA
120 GR POLPA DI GRANCHIO RIUNIONE
OLIO EXTRAVERGINE
PEPERONCINO
SALE

Mettere in una pentola i ceci neri con acqua, sale e gusti (io ho usato rosmarino, alloro) e cipolla.
Cuocere nella pentola (io ho usato quella a pressione) per 45 minuti finché saranno morbidi.
Una volta cotti frullare i ceci nel mixer con un po' di acqua di cottura fino a renderli una vellutata.
Scaldare leggermente la crema nel pentolino, aggiungere la polpa di crema di granchio e servire subito con una spruzzata di peperoncino e un goccio di olio extravergine a crudo.

Con questa ricetta partecipo al contest:

SALAME


Non leggere a chi è a dieta

Che non sia un fenomeno come navigatore è risaputo ormai a tutti in famiglia, soprattutto se sono sola e sto anche guidando,aggiungiamoci le mie condizioni attuali, il caldo di una giornata di piena estate e la bellezza dei luoghi che stavo attraversando; in conclusione mi sono completamente persa, o per lo meno non avevo la minima idea di come raggiungere il luogo dell'appuntamento con il signor Gianni.
Ad un certo punto in un paese a me sconosciuto mi decido a chiedere al primo passante, un operaio dell'Enel. "Scusi dove è Brignano?”...”Non per farmi i fatti suoi ma da dove sta andando?”
Probabilmente la sua domanda non è stata delle più pertinenti ma la mia risposta è stata peggio; (avete presente quando vi vergognate subito di quello che vi esce dalla bocca?!).....”da quello dei salami”.
Dunque non so ancora perché ho risposto così ma per fortuna l'uomo dopo uno sguardo un po' perplesso mi ha dato le informazioni precise (come si fa ai bambini piccoli, mi ha anche spiegato quanti semafori avrei trovato sulla strada per arrivarci) e visto che mancavano ancora 25 km, questo vi fa pensare quanto famoso e conosciuto sia nella zona il signore in questione.

Attraversando bellissime vallate e campi coltivati sono arrivata incolume al mio luogo di appuntamento e la prima scena che si è presentata ai miei occhi sono stati due giovani intenti a spazzolare quantità di salami fantastici.
Dopo una piacevole conversazione per rendermi conto del loro lavoro ho potuto fare un giro nei luoghi di lavorazione di questi salami fino alla bellissima cantina usata per la stagionatura e alla boutique con con ampia varietà di prodotti del territorio.

Potete scegliere tra una grande varietà:il salame nobile di Brignano, il cucito, (considerato più pregiato perché insaccato in un doppio budello naturale accoppiato e cucito e da una stagionatura più lunga), i “cortegiani” con dimensioni più contenute e stagionatura più breve e la “muletta” a forma di pera.

Non vi voglio però annoiare con i dettagli tecnici ma voglio solo rendervi partecipi delle mie considerazioni di questa bellissima mattinata.
Parlando con loro mi sono resa conto di quanta passione queste persone mettono nel loro lavoro con la voglia di recuperare una tradizione di famiglia e del paese quando ognuno comprava le parti del maiale dai venditori ambulanti e poi li lavoravano e li facevano stagionare nelle cantine insieme al vino fino all'attesa del taglio che diventava un vero e proprio rito tanto atteso.
Il signor Gianni ha voluto infatti, con non poche difficoltà, recuperare una sua proprietà di famiglia e soprattutto la cantina in sasso e cotto dove dal “800 la sua famiglia appendeva i propri salami; la scelta poi di utilizzare solo prodotti nobili e non abbassarsi alla grande distribuzione a favore di un prodotto genuino è assolutamente ammirevole.
Nei lori occhi e in quelle mani protagoniste di gesti antichi si vede la fatica ma anche l'orgoglio di fare un prodotto come “na vota” e di essere in un posto dove il tempo sembra essersi fermato.
Non mi rimane quindi di proporvi una ricetta che esalti questo salame e che soprattutto si possa consumare facendo una bella scampagnata in questi posti.

300 GR PATATE (all'incirca due patate di medie dimensioni)
FARINA
1 CUCCHIAINO DI BICARBONATO
½ BICCHIERE DI ACQUA FRIZZANTE
FIOCCHI DI SALE
ROSMARINO
SALAME NOBILE DI BRIGNANO


Lessare le patate, togliere la pelle e poi schiacciarle subito con lo schiacciapatate.
Metterle in una ciotola e lasciarle raffreddare leggermente.
Aggiungere un cucchiaino di bicarbonato, il mezzo bicchiere di acqua frizzante e tanta farina da rendere l'impasto morbido ma omogeneo (All'incirca io ne ho usato un etto ma dipende molto dalle patate).
Impastare per bene aggiungendo gli aghetti di rosmarino tagliati finemente e poi formare una palla da lasciar riposare almeno 20 minuti.
Formare delle piccole palline che schiaccerete leggermente e poi metterle a friggere in un pentolino con olio ben caldo.
Dopo qualche minutino diventeranno belle colorate, versare un po' di fiocchi di sale e mangiare subito con le fettine di salame tagliate ...alla vecchia maniera!


N.B: per tutti coloro che invece sono in zona e hanno voglia di mangiare un prodotto genuino e veramente buono non mi resta che consigliarvi:

AZIENDA AGRICOLA CORTE DI BRIGNANO S.R.L.
VIA ROMA 19
15050 BRIGNANO FRASCATA
0131 784944

PESTO POVERO


Buttare via qualcosa di commestibile non è nella mia natura; ho sempre in mente le scene raccontate in cui ai tempi della guerra i miei bisnonni appendevano una aringa affumicata sopra al tavolo e poi cucinavano polenta per tutti; come unico condimento i numerosi figli a turno intingevano la polenta nel pesce posto sopra la loro testa.
Ecco che allora quello che alle volte si pensa di buttare via diventa poi l'ingrediente principale di sfiziose ricette; ad esempio le foglie del sedano che spesso non vengono prese in considerazione sono ottime per pesti differenti da quelli di solito conosciuti, così come l'eccedenza di quei semini di girasole, che sono tanto difficili da aprire ma anche tanto gustosi.
Se avete voglia di cimentarvi ad aprire questi semini a volte un po' birichini, vi invito a provare questo pesto il cui costo è pari zero ma il gusto è veramente ottimo e sfizioso.

20 GR DI SEMI DI GIRASOLE
50 GR DI CACIOCAVALLO
1/2 CUCC. PEPERONCINO di CONTRONE
60 GR FOGLIE DI SEDANO
SALE GROSSO
OLIO

Scoprirete subito che il primo passaggio difficile è aprire i semi di girasole, io li batto con il batticarne e poi estraggo i semini.
Togliere le foglie al rametto di sedano, pulirle, asciugarle e frullarle.
Aggiungere subito un pizzico di sale grosso.
Unire poi il formaggio e i semi di girasole.
Versare il pesto in una ciotola, aggiungere un bel pizzico abbondante di peperoncino e olio extravergine di oliva.
Emulsionare e con questo condire la pasta.

ECCEDENZA DI FRUTTA


A volte capita che per fortuna le piante producano più frutta di quanta le nostre fameliche bocche in casa riescano a consumare per cui, marmellate a parte, bisogna pensare a come utilizzarle perché da noi non si butta niente.
Ho provato a fare questa torta che ben si sposa con la frutta in eccedenza e data la presenza dei biscotti secchi che in casa di solito non mancano mai direi che è facilmente eseguibile e, soprattutto visto che non ho aggiunto zucchero è abbastanza leggera.

1,5 KG DI FRUTTA MISTA DI STAGIONE (io ho utilizzato pesche, prugne e albicocche)
300 GR DI BISCOTTI SECCHI
100 GR AMARETTI SECCHI
2 CUCCHIAI DI CACAO
2 UOVA

Lavare la frutta in eccedenza che necessita di essere consumata, sbucciarla e tagliarla a spicchi.
Cuocerla in un largo tegame con il coperchio per almeno 25 minuti .
Lasciar raffreddare e togliere un po' di succo se ce ne fosse in eccedenza.
Sbriciolare con il mixer i biscotti e gli amaretti anche un po' grossolanamente. Aggiungerli alla frutta con il cacao e le uova e mescolare energicamente.
Versare il composto nella tortiera e infornare a 180° per almeno 40 minuti, una ora.

INGREDIENTI SOLO FRESCHI

E con questa partecipo al contest di Archcook in collaborazione con il blog di EnoculturaFotograFOODiamo...

Di certo sarà capitato anche a voi di ritornare dalle vacanze e di fare incetta di prodotti locali, così come io non mi sono di certo risparmiata e tra i tanti prodotti che sono finiti nelle mie valigie ci sono stati i pistacchi, (che ammetto di aver rivalutato solo nell'ultimo anno).
Complice poi una visitina d'obbligo alla mamma di Marina che mi rifornisce di ogni prodotto del suo orto e che stavolta mi ha fatto dono di dolcissimi pomodori pachino e poi dell'incontro con la signora Agata, (grandissima cuoca, produttrice, intenditrice, ecc...) è nata questa ricetta fresca, invitante e sfiziosa.
Queste quiche con frolla di pistacchi, pomodori pachino e ricotta fresca, valorizzano sicuramente i colori del nostro bel paese, sono semplicissime da fare e molto gustose ma vi assicuro che il loro sapore cambia se non avete prodotti freschi e genuini.
A volte lo so che la ricotta fresca è difficile da trovare e meno pratica di quella del supermercato ma il sapore e soprattutto la genuinità ripagheranno il tempo in più che avete speso per trovarla.
Io ho avuto la fortuna di utilizzare quella fresca, metà pecora e vacca, di un giorno appena prodotta dalla signora Agata di cui a breve vi parlerò in dettaglio, perché merita di sicuro un post a parte.

Ingredienti per 6 tortini circa
X la frolla
50 GR PISTACCHI SGUSCIATI E TRITATI
150 GR FARINA
100 GR BURRO FRESCO

Sgusciare i pistacchi e tritarli molto finemente nel mixer.
Impastare poi con la farina e il burro freddo tagliato a tocchetti; solo all'occorrenza aggiungere un goccio d'acqua (io non ne ho avuto bisogno).
Formare una palla e lasciar risposare in frigo per mezz'ora.

X il ripieno
200 GR RICOTTA FRESCA
100 GR YOGURT BIANCO DENSO
PEPE
FIOCCHI DI SALE AFFUMICATO
MAGGIORANA
POMODORI PACHINO

Schiacciare con una forchetta in una terrina la ricotta e amalgamarla con lo yogurt.
Regolare di sale e macinare una dose di fiocchi di sale.
Intanto lavare i pomodorini, tagliarli a metà, togliere tutti i semini e farli asciugare.
Stendere la pasta negli stampini, versare la crema di ricotta e poi mettere i pomodorini tagliati in due e una abbondante presa di maggiorana fresca.
Infornare per 30 minuti a 160°.



N.B: come prelibatezza ho utilizzato i fiacchi di sale affumicato che non conoscevo e che mi sono arrivati in regalo da Federica  per aver vinto il suo contest. Grazie.
Con il primo scatto partecipo al concorso:


PESCE AZZURRO POVERO


Sarà che l'estate richiama la leggerezza o che mio padre passa il tempo a pescare piccoli pescetti azzurri e quindi il frigo ne è costantemente pieno, che in casa abbondano le ricette con qiesti ingredienti, ottima fonte di proteine e perfetti dal punto di vista nutrizionale.
Tra le ricette più gradite ni casa ci sono gli hamburger con impanatura croccante ai pistacchi; voi potete seguire la ricetta con qualsiasi tipo di pesce azzurro.

500 GR DI PESCE AZZURRO (,  alici, cicerello, lampuga, bughe, sugherello, sgombro)
320 GR ZUCCHINE COTTE
320GR PATATE COTTE
30 GR PISTACCHI
70 GR FIOCCCHI DI AVENA
50 GR OLIVE VERDI
30 GR PANGRATTATO
1 CUCC. DI SENAPE DOLCE
SALE, PEPE, OLIO

Pulire il pesce, eviscerarlo dalle lische e cuocere a vapore per tre o quattro minuti (se non avete la vaporiera mettere la griglia sopra una pentola con acqua, aceto e un pizzico di sale grosso).
Lasciar raffreddare e togliere le eventuali spine che non avete visto prima.
Nel frattempo cuocere le zucchine e le patate fino a che saranno morbide.
In una terrina schiacciate le verdure e unite il pesce frullato nel mixer; aggiungere il pangrattato e la senape e amalgamare il composto. Lasciar risposare in frigo per una ora.
Nel frattempo mixare i pistacchi sgusciati, le olive e aggiungere i corn flakes leggermente schiacciati con le mani, e un pizzico di sale e pepe.
Riprendere il composto e con le mani formare delle palline da schiacciare leggermente al centro
Passarle nell'impanatura croccante e friggerle leggermente nell'olio caldo.

A volte la bontà delle ricette viene esaltata dalla bellezza dei piatti in cui le servite; non trovate anche voi?! Io, mi sono letteralmente innamorata di questi complementi di arredo per la cucina di Villa d'Este con cui collaboro e che vi invito a visitare virtualmente per rifarvi gli occhi!

RITORNO

Buongiorno a tutti!!!
Eccomi di ritorno dalle vacanze, un viaggio fantastico in una delle regioni che considero tra le più belle del nostro paese: la Sicilia.

Abituata di solito a girare all'estero quest'anno per ovvi motivi abbiamo dovuto ripiegare per l'Italia e la scelta è caduta verso quest'isola a noi finora sconosciuta: ho ancora negli occhi la bellezza di posti incantevoli, di natura selvaggia e ammaliante e di mari cristallini.



Una regione dove il tempo alle volte pare essersi fermato e dove la gentilezza delle persone punta dritto al tuo cuore. 


Che dirvi poi della cucina?!...che in Sicilia si mangi bene è noto al mondo e non è solo un luogo comune; vi assicuro che un'immersione tra i sapori tipici e la gastronomia locale è una delle esperienze gastronomiche migliori che ho fatto nella mia vita.
Per ora vi lascio solo qualche scatto giusto per rendervi partecipi e a breve ci sarà il resoconto più dettagliato e un tuffo in questa ottima cucina.
Per il momento non mi resta che salutarvi e scusarmi con tutti quelli che mi hanno mandato dei messaggi in questi giorni a cui non ho potuto rispondere.
“Rotolando” cercherò in questi giorni di mettere ordine e di essere presente per tutti!
p.s.. la mia mente ha riposato per cui vedrete quante belle novità ci saranno prossimamente!

CHIUSO PER FERIE



























In giro per il mondo, in cerca di ispirazione


Around the world, looking for inspiration


Dans le monde, en quête d'inspiration


Viajo por el mundo, en busca de inspiración


In jurul lumii, în căutarea de inspiraţie




P.S.: l'immagine è rubata al blog internelcuore2009, spero non me ne voglia...