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POLPETTONE DELLA DOMENICA

E' vero avrei dovuto essere lì, ad Identità Golose.
La curiosità di carpire i segreti di ottimi chef, la voglia di rivedere tante facce amiche e di conoscere altri food bloggers oltre lo schermo era veramente tanta!
Ma gli impegni famigliari erano veramente tanti: comprare una macchina nuova, un invito a cena, una bellissima e golosa inaugurazione nella mia città, ecc...; il prossimo anno giuro mi appunterò l'evento sul calendario così non ci saranno altre scuse.
Cosa c'è di meglio allora di un bel polpettone da gustare in famiglia la domenica?!
La particolarità della ricetta sta nell'uso all'interno del polpettone della mostarda di Voghera.
Sapete quei barattolini che trovate immancabilmente nei cesti di Natale e finite per dimenticarvene?!Ebbene, però stavolta mi sono incuriosita perché di solito conosco quella di Mantova e non quella di un'altra città.
Così ho fatto le mie ricerche e posso affermare che alcune ricerche scentifiche vogliono le origini della mostarda proprio in questo territorio, di sicuro è documentato il suo uso in un manoscritto del XIV secolo.
Al gusto non ho riscontrato grandi differenze se non una nota decisamente più piccante, ecco perché è stata di mio gradimento!
Ovviamente sono stata generica sulle proporzioni perché va a piacere personale; l'uso dei fiocchi di avena invece dona croccantezza!

500 GR MACINATO DI MANZO DI BUONA QUALITA'
1 UOVO
1 CAROTA GRANDE LESSATA
1 SPICCO DI AGLIO
1 CIPOLLINA PICCOLA
1 CUCC. DI SENAPE IN POLVERE
1 MANCIATA DI PREZZEMOLO
QUALCHE FRUTTO DI MOSTARDA
12 GRISSINI SBRICIOLATI
SALE,OLIO
FIOCCHI DI AVENA

lessare a parte la carota.
Intanto preparare un soffritto mettendo la cipolla tagliata finemente e lo spicchio di aglio.
Quando la cipolla inizia ad imbiondire aggiungere la senape, togliere lo spicchio d'aglio, e lasciar rosolare ancora qualche secondo poi togliere dal fuoco e lasciar raffreddare.
In una ciotola capiente mettere la carne, l'uovo, il prezzemolo tagliato finemente, qualche pezzo di mostarda anch'esso tagliato finemente, la carota schiacciata con la forchetta e infine le cipolle.
Girare il composto con le mani in modo che sia tutto omogeneo e ben amalgamato.
Regolare di sale.
Versare in uno stampo e dare la forma di polpettone.
Con le man inumidite ricoprire il nostro polpettone di fiocchi di avena.
Versare un filo di olio e infornare a 180° per almeno 30/40 minuti.





LA MIA COLAZIONE


La ricetta di oggi è veramente una delle più semplici in assoluto, senza fronzoli né ingredienti strani ma mi andava di postarla perché con questa vi rendo partecipi di un momento importante della mia giornata.
La colazione per me è il pasto principale della giornata; svegliarmi al mattino consapevole che mi aspetta qualcosa di goloso ed energetico prima di una lunga giornata lavorativa è la ragione per cui appena suona la sveglia mi butto giù dal letto.
Il tutto deve essere accompagnato da un bel litro di the amaro con la sola aggiunta di una fettina di limone: a volte al mattino ci sono torte, o fette biscottate e miele ma ultimamente sto imparando a fare i biscotti.
Non ci vuole una scienza a farli, è la cosa più facile in assoluto, ma di solito per pigrizia mi orientavo su quelli già fatti.
Ultimamente mi piace invece coccolarmi di più e anche se non vengono perfetti il fatto che il mio bimbo mi fa da aiutante li rende ancora più gustosi.
Per cui oggi vi posto la mia colazione e con questo vi auguro un bel week end: frolle semplici alle marmellata di ciliegIe.

250 GR FARINA
150 GR FECOLA
180 GR BURRO
150 GR ZUCCHERO A VELO
MARMELLATA BIOLOGICA DI CILIEGIE  RIGONI di ASIAGO

Impastare velocemente e con le mani fredde, formare un bel panetto e lasciar riposare almeno mezz'ora nel frigo.
Trascorso questo tempo stendere la pasta con il mattarello e ritagliare dei dischetti di circa cm.5 di diametro e in egual numero altri dischetti a cui abbiamo tolto il centro con uno stampino.
Noi ci siamo divertiti ad usarne di diversi tipi.
Spennellare i primi dischetti con la marmellata e poi sovrapporre gli altri.
Cuocere in forno preriscaldato a 180° per 10 minuti.
Lasciarli raffreddare e poi spolverizzarli di zucchero a velo!





p.s.: le foto sono diventate più grandi, che dite le lasciamo così?

PROVA E RIPROVA



E' un periodo culinariamente strano per me, da quando mi sono messa in testa il proposito di provare tutto quanto non conoscono mi rendo conto che la lista si allunga e sono veramente tante le cose che non ho mai pensato prima di comprare.
A volte ingiustamente perché magari certi prodotti a me prima sconosciuti sono decisamente più salutare e più di stagione di altri; poi non so se vedete ogni tanto sul mio roll di Flickr tutte le foto di dolcini che non verranno postate ma che fanno parte di un progetto di cui in un futuro vi renderò partecipi.
Così provo e riprovo, passo dal dolce alle ricette rustiche e tra poco la mia cucina scoppia; il problema, come voi ormai sapete che il marito è a dieta, per cui molto spesso non può assaggiare e dare il suo parere.
Anche se poi vengo a scoprire (confessione di un attimo di debolezza) che succede che qualcuno a pranzo gli regala qualcosa, tipo la vecchietta che un giorno di questi l'ha visto deperito (poverina probabilmente si dovrà farsi operare di cateratta) e ha dovuto correre in suo soccorso con un bel piattone di agnolotti!!!!
Mannacc...e io che preparo con cura e peso ogni suo cibo!
Stavolta l'ingrediente a me ignoto è stato il Kamut: tipo di grano duro conosciuto fin dall'antico Egitto conferisce una nota rustica e secondo me si presta decisamente e queste preparazioni con verdure di stagione e inoltre l'ho trovato facilmente digeribile.
Eccovi i tortini di kamut con biete e certosa.



X il tortino
250 GR FANINA DI KAMUT
META' PANETTO DI LIEVITO
1 CUCC.DI ZUCCHERO
1 CUCC. DI SALE
10 GR OLIO
140 GR ACQUA TIEPIDA

X il ripieno
200 GR BIETOLE FESCHE PULITE
2 ACCIUGHE SOTT'OLIO
1 SPICCO D'AGLIO
200 GR CERTOSA
NOCE MOSCATA
OLIO, SALE

Lasciate sciogliere il lievito nell'acqua tiepida con il cucchiaio di zucchero.
Appena inizia a gonfiarsi aggiungere la farina, l'olio e il sale e impastare.
Formare un bel panetto e mettere a riposare per almeno un paio di ore in un luogo tiepido.
Trascorso questo tempo dividere la palla in due o di più a seconda di quanti tortini e dalle grandezze che si vogliono fare.
Stendere il primo strato a forma di cerchio e poi il secondo che andremo a sovrapporre.
Nel frattempo fare un soffritto con l'olio, lo spicchio di aglio schiacciato e le acciughe.
Lasciare che le acciughe si sfaldino poi togliere lo spicchio d'aglio.
Mettere le biete tagliate precedentemente molto finemente, salare,pepare e continuare la cottura a fuoco moderato con un coperchio per almeno 15 minuti.
Lasciar raffreddare leggermente e poi aggiungere la certosa e la noce moscata.
Amalgamare e poi versare sul primo cerchio di pasta; porre l'altro sopra e richiudere bene.
Versare un filo di olio sopra il tortino e dell'origano fresco.

E ora visto che mi hanno chiesto di partecipare una importante comunicazione di servizio:



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PER LA PRIMA VOLTA...



Oggi il post sarà un po’ lunghino ma ci tengo a mettervi al corrente di una piacevole scoperta..
Sapete che il mio buon proposito dell’anno nuovo è quello di colmare le mie lacune culinarie: mi rendo conto che sono moltissime per cui penso che un anno intero non basterà; il bello di questo mondo è la varietà e la quantità di nozioni che si possono apprendere.
Ora già da un po’ nella dispensa era fermo un barattolino di cicerchie.
La cicerchia è un legume già conosciuto e apprezzato fin dall'antichità, viene seminata nel mese di gennaio e raccolta a luglio e agosto.
Assolutamente poco in uso nell'Italia del Nord per me è stata una vera e piacevolissima scoperta; caratterizzata da una forma, piccolissima, anzi alle volte purtroppo non si distingue dai sassolini dei campi e per il suo colore che va dal grigio al marrone chiaro.
Il gusto è veramente particolare, io le ho fatte cuocere in modo da renderle morbide ma non spappolate e nella zuppa le ho solo schiacciate un po' con la forchetta, non volevo rendere una poltiglia informe!
Ho anche pensato di abbinare questo legume a delle splendide mazzancolle per provare un abbinamento terra mare, il tutto con una nota persistente di aglio, una nuvola di prezzemolo fresco e il tocco frizzante del peperoncino!



180 GR CICERCHIE CAMPI FLEGREI di Delizie Onesta Cucina GAROFALO
1 SPICCHIO D’AGLIO
PREZZEMOLO a piacere
SALE, OLIO
100 GR MAZZANCOLLE
PEPERONCINO

Mettere in ammollo le cicerchie per almeno 12 ore e poi buttare via l'acqua.
Risciacquare e poi metterle in un tegame di coccio con dell' altra acqua salata per farle cuocere (come detto prima non so dirvi il tempo preciso ma le ho guardate in modo che fossero della consistenza desiderata).
A parte in un pentolino antiaderente versare un filo d'olio e lo spiccio di aglio schiacciato.
Aggiungere le mazzancolle e farle sfrigolare.
Quando le nostre cicerchie saranno pronte io le ho schiacciate con la forchetta in modo che alcune siano rimaste intere.
Versare nelle fondine, aggiungere i gamberoni, una generosa tritata di prezzemolo fresco, un filo di olio a crudo e un pizzico di peperoncino.



Semplice e rustica ma veramente molto gustosa e per chi non le conoscesse un invito a provarle!

GIRELLE AL BURRO



Ammetto le mie colpe: le brioches proprio non mi riescono!
Di sicuro quest’anno mi impegnerò e cercherò di rimediare fino ad arrivare a fare degli splendidi cornetti, il mio scoglio insuperabile!
Per il momento mi accontento di queste girelle, un esperimento direi molto riuscito;ho guardato le ricette un po’ in giro fino a mettere insieme quella che mi sembrava adatta per me.
Lo so che la presenza del burro è molto consistente in questa ricetta ma penso che al mattino ci possa concedere anche qualcosa di molto goloso, altrimenti come sarebbe triste il risveglio!!!



X l’impasto
400 GR FARINA
1 UOVO
40 GR BURRO
25 GR LIEVITO BIRRA
50 GR ZUCCHERO
150 ML LATTE INTERO

X la farcitura
50 GR BURRO
50 GR ZUCCHERO
CANNELLA (1 CUCCHIAINO)



Sciogliere il lievito nel latte tiepido con un cucchiaino di zucchero e lasciare riposare in modo che si gonfi.
Mettere nel robot la farina, il restante zucchero, l’uovo e poi aggiungere il lievito e impastare fino ad ottenere una palla liscia ed elastica.
Coprire, mettere in un luogo non freddo e lascia lievitare per almeno un paio di ore.
Passato questo tempo dividere l’impasto in due e stendere ogni metà in rettangoli dallo spessore di mezzo centimetro.
Intanto far sciogliere il burro con lo zucchero e la cannella.
Lasciar raffreddare leggermente e poi spennellare su uno dei due rettangoli abbondantemente.
Sovrapporre i due rettangoli e poi arrotolarli a salsicciotto.
Lasciare risposare ancora mezz’ora in frigo e poi tagliare con un coltello a fette spesse di cm.2.
Spennellare nuovamente e poi infornare per 20 minuti a 180° finché saranno dorate.

IMPASTO CHE E' MEGLIO



Quando un dottore ti viene a dire ”….ormai non sei più tanto giovane” capisci che sei ad una svolta.
Fintanto che te lo dicono gli amici scherzando ci ridi su e non ci pensi più di tanto ma quando senti queste parole da una voce autorevole e professionale inizi a pensare che allora è finita.
Ho sempre detto in maniera scherzosa che la fine della giovinezza fa capolino quando iniziamo a metterci le creme anticellulite, antirughe, ecc…., quindi con me era già inevitabilmente iniziato questo periodo, ma queste parole mi hanno lasciato il segno.
Va bene non sono una vecchietta, ma di sicuro l’era della ragazzina che si dimena in discoteca e che fa la barista figa nei locali è finita; forse la mia scelta di nascondermi dietro al computer e ad una macchina fotografica è stata inconsciamente dettata dal tempo che passa.
Viste le mie riflessioni sull'età la mia ricetta di oggi, strudel salato di farina integrale con porri, è di quelle rustiche, di stagione, confortante, data dai gesti dell’impastare, che magari solo una donna “non più tanto giovane” sa apprezzare!!!!!!



X LA SFOGLIA
150 GR FARINA INTEGRALE
60 GR FARINA BIANCA
ACQUA Q.B.
2 CUCCHIAI DI OLIO

X IL RIPIENO
1 PORRO GROSSO
180 GR CAPRINO FRESCO
NOCE MOSCATA
30 GR NOCI
30 GRANA



Setacciare le due farine e metterle fontana.
Versare al centro l’olio e pian piano un po’ di acqua tiepida.
Impastare aggiungendo all’occorrenza dell’acqua fino a quando si ottiene una palla liscia ed elastica.
Lasciar riposare in frigo per almeno 30 minuti.
Intanto affettare il porro finemente e lasciarlo rosolare in una padella con un filo d’olio.
Procedere la cottura fino a quando il porro si ammorbidisce e poi salare e pepare.
Unire in una terrina il porro, il caprino e le noci sminuzzate.
Aggiungere un pizzico di noce moscata.
Stendere la pasta finemente con il mattarello su un piano infarinato.
Ricoprire con il composto e arrotolare lo strudel su se stesso.
Infornare a 180° per 20 minuti spennellato di olio.

UN CLASSICO?!



Tutto è incominciato passando di qui.
Giò afferma che ognuno ha la propria versione di pasta con le patate,… disgraziatamente io no!
Ci credete se vi dico che non l’ho mai neanche mangiata?!
In ginocchio sui ceci, ho incominciato a pensare che dovevo assolutamente farla perché il pensiero di quella pasta così gustosa che abbina un concentrato così alto di carboidrati e che racchiude due ingredienti così golosi non mi dava pace.
Ho voluto dare il mio tocco personale in modo che così anch’io potrò dire finalmente “ho la mia versione!”.
Secondo voi cosa si abbina meglio con le patate?!....io non esito a rispondere subito…”salsiccia!”.



240 GR PAPPARDELLE INTEGRALI GAROFALO
2 GROSSE PATATE
150 GR SALSICCIA
1 PICCOLA CIPOLLA
1 CUCC. DI CONCENTRATO DI POMODORO
ROSMARINO
SALE OLIO

A piacere in uscita:
TALEGGIO




Tagliare finemente la cipolla e preparare un soffritto.
Aggiungere la salsiccia sbriciolata e lasciar soffrigere leggermente.
Aggiungere a questo punto il concentrato di pomodoro, il rosmarino tagliato finemente, girare.
Lasciar cuocere per una decina di minuti a fuoco moderato finché la carne sarà cotta (se è proprio necessario aggiungere un cucchiaio di acqua di cottura).
Intanto tagliare le patate a pezzi irregolari di medie dimensioni e metterle nell’acqua salata che porterete a bollore.
Quando l’acqua è pronta buttare anche la pasta e seguire i tempi di cottura; a quel punto anche le patate saranno cotte.
Scolare la pasta con le patate e amalgamare con il sugo, versare un filo di olio e servire con l’aggiunta di fettine fini di taleggio.

SEMIFREDDO TORRONCINO - AMARETTI



Ieri era un compleanno speciale: quello del maritino.
O voi direte che sono sadica a metterlo a dieta una settimana prima di questo evento così ha potuto godersi ben poco, ma ogni scusa era buona, e prima le feste di auguri, poi le cene di Natale e Capodanno, ecc..l'elenco si allungava per cui bisognava ricorrere ai ripari!
Non pensate che per me sia facile, perchè tra lui è a dieta, il bimbo che lo tengo sempre d'occhio per l'alimentazione e io invece che non devo assolutamente perdere peso, vi assicuro che la gestazione famigliare non è per niente semplice e spesso mi nascondo le cose negli angoli più remoti della dispensa affinchè a nessun altro vengano strane tentazioni!
Unica concessione di oggi il dolce:semifreddo di torroncino e amaretti.
Di solito il cavallo di battaglia dei miei semifreddi è con i frutti di bosco, ma stavolta dopo averne assaggiato uno fantastico con gli amaretti dalla mia amica non ho resistito a provare un'altra versione.
L'uso del torroncino si sposa benissimo e inoltre essendo quello buono, di un produttore artigianale sardo, il suo gusto è unico!

Prima di lasciarvi alla ricetta però faccio una comunicazione di servizio: io e Saretta abbiamo spostato la fine del contest alla mezzanotte del 15 febbraio.
Mi raccomando aspettiamo le vostre ricette e non immaginate quanta voglia ho di conoscere i vincitori e passare insieme una bellissima giornata!




400 GR PANNA
75 GR ZUCCHERO
4 UOVA
2 CUCCHIAI DI AMARETTO
50 GR AMARETTI SECCHI VIRGINIA
100 GR TORRONE
30 GR CIOCCOLATO FONDENTE

X la copertura
CIOCCOLATO FONDENTE



Dividere i rossi e sbatterli energicamente con lo zucchero fino a quando diventeranno spumosi e gonfi; aggiungere a questo punto il liquore.
Polverizzare il torrone e sbriciolare gli amaretti e il cioccolato (per il cioccolato lascio dei pezzi più grossolani).
Montare a parte la panna e poi aggiungere i rossi e il resto degli ingredienti.
Mescolare per amalgamare il tutto.
Per ultimo aggiungere i bianchi che avremo montato a neve.
Versare nello stampo e riporre in freezer.
Quando si sarà rappreso far sciogliere il cioccolato fondente a bagnomaria e poi colarlo sopra il semifreddo.
Riporre di nuovo in freezer fino al momento di servire.

LINGUE DI ZUCCA



A volte le ricette nascono così per caso, solo dalla necessità di finire alcuni ingredienti nel frigo e dalla voglia di sperimentare.
Adoro la zucca e spesse volte la facciamo in casa ma visto che le mie arrivano direttamente dal contadino quando le preparo devo usarne almeno metà.
Quindi spesso le mie quantità sono industriali e me ne avanzo sempre un po' che non so come utilizzare; di buttare via, assolutamente non voglio sentirne parlare, e quindi stavolta mi sono divertita a creare questo impasto.
Il risultato mi ha molto sorpreso, soprattutto in casa, perché sono state spazzolate nel giro di qualche secondo!

120 GR DI ZUCCA PULITA E COTTA
50 GR BURRO FREDDO
160 GR FARINA
ACQUA FREDDA Q.B.
SALE

Cuocere la zucca e pulirla e lasciarla raffreddare.
Schiacciarla con la forchetta e aggiustare di sale.
Mixarla con la farina e il burro e poi impastare aggiungendo all’occorrenza tanta acqua fredda quanto basta per formare una palla elastica.
Lasciar riposare in frigo per almeno un paio di ore.
Trascorso questo tempo formar delle piccole palline e poi stenderle con il matterello molto finemente.
A questo punto disporle su una pentola antiaderente in modo si secchino e si abbrustoliscano da ambo i lati.
N.B.: non aggiungete olio perché comunque c’è già il burro nell’impasto.
Provateci perchè veramente rimarrete stupiti.

COCOTTES RUSTICHE


Il sole finalmente splende in queste giornate e spazza via un po’ di tristezza e malinconia dell’inverno; peccato che abbiamo ancora davanti a noi ancora qualche mese freddo.
La ricetta di oggi non è elaborata né stramba ma solo rustica e di stagione: cocottine di patate e finocchi.
Avevo voglio di qualcosa di rustico, che riscaldi il cuore ma che soprattutto sia gustosa e amata anche dai bimbi, che così possono mangiare anche le verdure in maniera sfiziosa!




1 KG DI PATATE
1 GROSSO FINOCCHIO
40 GR BURRO
125 ML CREME FRAICHE
50 GR PARMIGIANO REGGIANO GRATTUGGIATO
SALE



Pulire il finocchio e tagliarlo a pezzi e farlo rosolare in una padella antiaderente e poi cuocerlo a fuoco moderato con il coperchio fino a quando diventerà morbido.
Nel frattempo far cuocere nella pentola a pressione le patate, pelarle e tagliarle a pezzi.
Scacciarle con lo schiacciapatate grossolanamente e aggiungere il finocchio.
versare nelle terrine e poi nappare con la crème fraiche e il parmigiano.
Far gratinare 10 minuti in modo che si formi la crosticina.

COME FAR CONTENTO IL MARITO



Domenica scorsa dal ritorno di qualche giorno di ferie in montagna ci fermiamo ad Aosta per fare un po’ di acquisti.
Due negozi vicini: mio marito entra nello spaccio di una nota ditta di abbigliamento, io nel negozio bio.
Dopo un po’ esco trionfante con il mio pacchettino dal negozio e per prima raggiungo il camper, mi cambio aspettandolo.
Ma proprio mentre metto a posto le cose mi sovviene che avrei potuto comprare l’agar agar, nella mia città introvabile (lo so è triste, ma c’è un negozio che la vende ma tutte le volte che vado è sempre finita!).
Vedendo il maritino di ritorno gli chiedo ”Per favore rientra tu nel negozio di bio e comprami l’agar agar”
“L’agar…che?!”
“L’agar agar”
“Ma non prendermi in giro, io non vado”
“Dai vai, per favore, è un gelatificante naturale!”
Borbottando riesco a convincerlo ad andare.
Dopo un tempo interminabile esce sorridendo con un bel pacchettino (io già tanto che mi avevano dato la busta di plastica!).
“Devo andare più spesso a farti le commissioni, mi diverto!”.
Conoscendolo ho subito chiesto la spiegazione di tanta contentezza.
Entrando nel negozio aveva chiesto alla commessa dove potesse trovare l’agar agar e lei gentilmente e sorridendo l’ha accompagnato nello scaffale giusto “Sa non sono in tanti che ce lo chiedono”
“Immagino”
“Ma a cosa serve?!” chiede lei,
“Per gelatificare”
“Si vede che lei è un esperto, ma mi dica che lavoro fa?”
Non so quale diavoletto sia passato nella sua testa in quel momento…”Lo chef”
“Ma davvero, che fortuna e dove?”
Il diavoletto continuava a danzare e così disse il nome di un noto ristorante di Torino (che evito per non farmi querelare) “…sa sono il sous chef, devo controllare che tutti i piatti arrivino perfetti ai tavoli”
“Ma complimenti allora!”
Non contento alla cassa c’erano dei semi di carrube…”sa con questi una volta ho fatto una birra”
(preciso…l’abbiamo bevuta non prodotta!).
“Mamma ….ma papà cosa a comprato?!”
“Agar agar, ricordatelo, perché la prossima volta ci andrai tu!”
Ovvio che mi sono precipitata a provare questo ingrediente misterioso che sfuggiva ancora nella mia dispensa e ho creato delle mousse caffè-torroncino.



100 ML PANNA
2 CUCCHIAI DI AGAR AGAR
1 TAZZINA DI CAFFE’
100 ML YOGURT AL CAFFE’
20 GR ZUCCHERO A VELO
1 CUCCHIAIO DI TORRONCINO RIDOTTO IN POLVERE



Montare la panna e aggiungervi delicatamente lo zucchero a velo.
Intanto preparare il caffè e poi metterlo a scaldare in un pentolino con l’agar agar continuando a rimestare in modo da non formare grumi fino al completo scioglimento.
Lasciar raffreddare leggermente e poi versarlo in una terrina insieme alla panna e allo yogurt al caffè al torroncino.
Versare nelle terrine e lasciar rapprendere in frigorifero.
Il gusto forte del caffè è contrastato con l’acidino dello yogurt ma tutto equilibrato dalla panna.

GIRELLE AL GOMASIO



Eccovi spiegato come utilizzato il mio gomasio!
Già da ieri girava la foto per Flickr quindi qualcuno avrà sanato la sua curiosità prima degli altri ma eccovi finalmente la ricettina!
Faccio una premessa: la cosa particolare di queste girelle è l’impasto e l’utilizzo del sale sopra che dà un sapore particolare.
Il ripieno che ho utilizzato io è molto semplice e si può cambiare in base si propri gusti.
Visto che la ricetta nasceva in via sperimentale perché volevo creare un tipo di pasta particolare, saporita e soffice, non mi sono sentita anche di sbizzarrirmi troppo fantasiosamente nel ripieno.
A voi l’arduo compito di provare questa pasta adattissima a dei finger food, veramente molto gustosa e abbinarla come più vi aggrada (fatemi sapere!)



X la base
50 GR CAPRINO MOLLE
60 GR BURRO FREDDO
110 GR FARINA
5 GR VINO BIANCO (UN CUCCHIAIO)

X il ripieno
80 GR TONNO SGOCCIOLATO
1 MANCIATA OLIVE VERDI
QUALCHE FOGLIA DI SEDANO

Impastare velocemente con le mani fredde; anche gli ingredienti dovranno essere anch’essi da frigo.
Aggiunge per aiutarsi nell’impasto un cucchiaio di vino bianco secco.
Formare una palla, avvolgerla nella pellicola e lasciare raffreddare questo impasto almeno mezz’ora nel frigo.
N.B.: se non avete il vino bianco potete usare anche dell’acqua, io ho voluto dare una nota secca nell’impasto.
Intanto frullare gli ingredienti per il composto avendo cura di sgocciolare bene l’olio.
Trascorso il tempo di riposo stendere la pasta a forma di rettangolo dallo spessore di circa mm.3.
Versare il composto e arrotolare (non strettissimo) su se stesso.
Lasciare riposare ancora il composto così com’è in frigo per almeno 20 minuti.
Tagliare a fettine con un coltello affilato e disporle girate e distanziate tra di loro nel forno.
Versare sopra il gomasio
Cuocere per 12 minuti a 180°.
Le girelline diventeranno leggermente gonfie e soprattutto fragranti e il sale sopra dà un sapore tostato.

GOMASIO



Ora vi avverto: se siete della categoria che sapete tutto in ambito culinario non leggete questo post perché sarà un po’ noioso, se invece, come me, sapete di avere delle lacune e vi interessa colmarle, eccovi accontentati.
Quando ho letto su di una rivista questa parola: gomasio, ho incominciato ad aggrottare la fronte e inizialmente ho pensato a qualche tipo di gomma strana; sono subito corsa su internet ha guardare cosa significasse.
Eccovi la spiegazione di Wikipedia, così vi risparmio la fatica.

Il Gomasio (in giapponese: ごま塩 da ごま, goma, semi di sesamo e 塩 shio, sale) è un prodotto utilizzato nella cucina asiatica e composto da sale marino e semi di sesamo tostati e tritati, a volte arricchito con alghe. Nella cucina giapponese è utilizzato talvolta sul riso lessato o sugli onigiri.


500 GR SEMI DI SESAMO
50 GR SALE GROSSO



Sciacquare sotto l’acqua fredda i semi di sesamo e lasciarli asciugare su carta assorbente.
Arrostirli poi a fuoco medio-basso su una padella antiaderente.
I semi saranno pronti quando iniziano a scoppiettare e si romperanno con facilità tra le dita.
Togliere il sesamo dalla padella e utilizzate la padella per arrostirvi il sale marino.
Aggiungere poi i semi al sale e pestare tutto delicatamente.
Conservare il gomasio in barattoli di vetro.

Ovviamente l’ho subito fatto e volete sapere che cosa mi ha colpito di più e che mi stupisce ancora adesso?: il profumo che si liberato nell’aria.
Non posso descrivervelo ma vi consiglio di provare a farlo.
Lo so che volete sapere come l’ho utilizzato ma per adesso vi lascio la curiosità e intanto vi invito a provarlo a fare!

BUDINI AI MILLE SAPORI





Riconosco che farmi dei regali è veramente una impresa ardua.
Gli armadi sono pieni di vestiti (vi ricordo che la mamma faceva la sarta) e poi tutto il giorno ho la divisa da lavoro o gli abiti da palestra e per il resto del tempo sono abbastanza indaffarata che è già tanto se esco con tutti i vestiti addosso.
Di libri se sono di cucina bisogna innanzitutto trovare quello che non ho e poi sono abbastanza selettiva, per gli altri in effetti leggo molto quindi anche qui è l’impresa è ardua.
Oggetto per la casa?!....cascate male, ho pochi mobili e pochi soprammobili, mi piace la casa essenziale (si dà meno polvere!) e al massimo amo adornarla con oggetti che mi ricordino i viaggi.
Piante?!...Se producono allora sono le benvenute (tipo il mio limone o il mio ulivo che tratto come figli) ma se sono fiori mi dimentico di bagnarle e quindi avranno vita breve.
Oggetti tecnologici?!...sto alla tecnologia come l’acqua per il deserto; ci vorranno anni prima che possa capire tutte le funzioni della mia macchina fotografica nuova!
Ma vi do un piccolo indizio: tutti i regali gastronomici saranno molto graditi!!!!
Per piccoli o strani che possano essere e soprattutto se fatti da voi, state certi che saranno super apprezzati!!!!
Quindi tra i miei regali di Natale più graditi c’era un pacchettino di infuso “Copacabana”.
Già il nome da il buonumore e poi guardate gli ingredienti:
Karkadè, rosa canina, mela, uvetta, scorze di arancia, fiordaliso, mango e ananas a cubetti essiccati.



Appena aperto il pacchetto il profumo si è espanso per tutta la casa e i colori di questa miscela esplosiva sono così invitanti che è impossibile resistere.
Ovvio che è nata subito la sfida ed ecco a voi i miei budini ai mille sapori.
Il melange di questi sapori ben si accosta alla panna e ne esce un dolce veramente unico e molto delicato.
Sapete che questi sacchettini così profumati sono una ottima idea per un regalo home made?!

200 ML ACQUA
2 CUCCHIAI DI INFUSO
50 GR MIELE
250 ML PANNA
1 FOGLIO DI COLLA DI PESCE


Preparare l’infuso nella maniera classica portando a bollore l’acqua, versando il melange, lasciare in infusione e poi lasciar raffreddare a parte.
Intanto scaldare la panna con il miele in un tegamino a fuoco moderato.
Lasciar sobbollire per 10 minuti.
Aggiungere poi l’infuso che avremo fatto passare nel setaccio e infine la colla di pesce che avremo fatto prima in ammollo e ben strizzata
Versare nei pirottini e lasciar rassodare in frigo per almeno qualche ora.

VITA DA "MANGIA CHE E' GRATIS"



Va bene, mi avete dato conferma che il “mestiere” da food blogger è un ingrato compito da svolgere, e spesso ci rendiamo protagonisti di scene assurde e tragicamente comiche.
Ma sono giunta alla conclusione che preferisco appartenere a questa categoria di squinternati ma che vivono bene e cercano di mangiare salutare che alla categoria di uomini “mangia che è gratis!”.
Io almeno faccio la lotta per una forchettina o uno spillone da finger food ma so che gli darò una giusta e onorevole parte nel mio blog ma loro li trovo a scannarsi davanti a qualsiasi cosa che venga regalato.
Ora non voglio generalizzare perché anche io se la degustazione gastronomica in questione è meritevole cerco di farmi notare (che nel mio caso, vista l’altezza significa fare un doppio salto carpiato) ma vorrei solo avvertirvi che non tutto è mangiabile!.
Ieri troneggiava nella cucina del posto dove lavoro una bellissima torta al cioccolato; ammetto che da distante alla sola vista le mie papille gustative hanno iniziato a ballare, mi avvicinai pregustando già il sapore di cioccolata ma il mio occhio cadde subito sopra a quelle macchioline di muffa, tante piccole e ben visibili che troneggiavano sopra.
Ebbene nel giro di un’ora la torta era finita!...preciso non nel bidone ma dentro la pancia di tante persone.
Dopo questa piccola premessa vi voglio invece lasciare con una ricettina rustica, semplice, gustosa e soprattutto di stagione, che nulla ha da pretendere se non la voglia di essere qualcosa di sano!...(rifatevi la bocca così non pensate più a quella torta ammuffita!).



250 GR PASTA SFOGLIA
250 GR RICOTTA
1 MAZZO GRANDE DI BIETE
½ CIPOLLA
10 CASTAGNE SECCHE
50 GR NOCCIOLE
SALE, PEPE, NOCE MOSCATA

Pulire bene le biete, tagliarle e sbollentarle nell’acqua salata.
In una casseruola intnto mettere la cipolla tagliata finemente con 2 cucchiai di olio, lasciarla imbiondire e poi aggiungere le biete che prendano un po’ di sapore.
Salare e pepare.
Nel frattempo in un recipiente mettere la ricotta, le nocciole tostate e frullate e le castagne precedentemente pulite e cotte.
Profumare con la noce moscata.
Unire anche le erbette e poi frullate il tutto.
Foderare una tortiera con la pasta sfoglia e poi riempire con il composto.
Infornare per 30 minuti a 180°.



N:B.: ...la forchettina tutta addobbata!

VITA DA BLOGGER




Come rendersi conto improvvisamente e quasi comicamente conto che il mondo blogger sta condizionando la tua vita.

Dove: posto esclusivo ed altolocato
Persone: 65/70
Quando: ultima cena dell'anno
Arma del delitto: forchettine di plastica e spiedini per finger food
Colpevole: io
Movente: vita da food blogger!

Per la cena di Capodanno mi sono recata insieme alla mia famiglia in un bellissimo salone di ricevimenti,tutto magnificamente addobbato in presenza di altre settanta persone tutte splendidamente abbigliate per festeggiare insieme l'inizio del nuovo anno.
Essendo arrivata tra le prime ho avuto modo di dare uno sguardo in giro (mangiandomi le mani per non aver portato la mia macchina fotografica) e poi passando a gironzolare tra i tavoli addobbati dal catering per il servizio a buffet dell'aperitivo.
Quella è stata la mia rovina, il momento in cui la mia follia da blogger ha preso il sopravvento.
Tra piatti di salmone, tome di formaggio e cocktail di gamberetti in conchiglie, facevano capolino le forchettine di materiale biodegradabile, quelle tanto fotogeniche quanto difficili da trovare nella mia città.
Immediatamente le mie rotelline si sono messe a ruotare perchè a casa ormai ne avevo solo più due:assolutamente le dovevo avere (vi assicuro che da noi sono introvabili).
Conoscendo ormai il signore del catering mi sono abbassata a chiedergliene qualcuna, incurante del fatto che lui avrà pensato che nonostante sia giovane il morbo di Alzheimer mi ha già colpito.
Contenta e con il mio trofeo tra le mani l'occhio cadde su degli spilloni, argentati e neri che pinzavano una bellissima tartina finger food!
Ritorno dal tipo,gli chiedo anche quelli, ma lui, che ormai penso mi commiserasse, risponde che non ne avevano perchè appertenenti ad una nota pasticceria della città e tutti quelli a disposizione (6) erano posizionati su quelle tartine all'inizio della torre del finger food.
Voi cosa avreste fatto?! Io ho implorato il marito (ormai mi sopporta!) e mi sono appostata lì davanti e appena abbiamo iniziato a mangiare ovviamente mi sono riempita il piatto (mio e suo) solo di quelle tartine!!!!
Il mio aperitivo è stato quindi molto monotematico ma volete mettere la soddisfazione di essermi riuscita ad accappararmi quelli spilloni che non ho mai visto in giro?!!!!
Lo so.... sono patetica, ma vi assicuro che ho iniziato l'anno nuovo contenta del mio premio: basta poco per rendere felice una blogger!!!!

La ricetta di oggi è ormai collaudata da diverso tempo: ravioli di mele e caprino.
Ottimi da mangiare così semplici magari conditi solo con del burro!


Per la pasta:
300 GRA FARINA 00
3 UOVA
ACQUA Q.B
SALE

Per farcia:
200 GR CAPRINO MORBIFO
1 MELA MOLTO GROSSA
80 GR PARMIGIANO
1 CIPOLLA MEDIE PROPORZIONI
SALE, PEPE, OLIO

Disporre su un tavolo di lavoro la farina a fontana.
Aggiungere le uova intere e il sale e iniziare a lavorare l'impasto.
Impastare la pasta mettendo un poco di acqua e lavorarla fino a quando l'impasto non risulti liscio ed omogeneo.
Lasciare riposare l'impasto per circa 20 minuti.
Passiamo ora alla preparazione della farcia di caprino.
Metterlo in una ciotola, schiacciarlo con una forchetta a aggiungerlo al parmigiano grattato.
Pulire la mela e la cipolla e tagliarli finemente a pezzi piccoli.
Prendere una padella antiaderente, metterla sul fuoco, riscaldarla e versarvi un
filo d'olio extra vergine di oliva. Aggiungere la mela e la cipolla e rosolare per pochi minuti, saltandoli continuamente.
Salare, pepare e continuare la cottura a fuoco basso fino a quando la mela si ammorbidisce.
Unire il composto al formaggio caprino.
Stendere la pasta all'uovo con il mattarello su un piano di lavoro allo spessore di 3 millimetri, (io ho usato queste formine strane lunghe), versare il composto negli stampini (o usare un coppapasta a seconda della forma)e richiudere bene i lati del raviolo.
Farli asciugare.

SI RICOMINCIA DALLE TRADIZIONI



Sono Piemontese e come tale è ovvio che ci siano delle tradizioni famigliari fortemente legate alla mia regione.
Mi ricordo che quando ero piccola nei giorni delle feste di Natale la mia mamma ci coccolava con una colazione da super campione: lo zabaglione.
Lo sapete quanto è buono versato caldo sul panettone oppure appena fatto alla mattina?!
E' in effetti una crema molto sostanziosa (tra l’altro la mia mamma lo faceva nella maniera classica mettendo anche un po’ di marsala dentro anche se eravamo piccoli) quindi ho deciso di servirlo dentro a dei pirottini piccoli di cioccolato per una dare una idea di stuzzichini molto golosi!

X i pirottini
CIOCCOLATO FONDENTE

fate scogliere il cioccolato e poi con un pennello rivestire le pareti di un pirottino di carta.
Bisogna ripetere l'operazione più volte in maniera da formare una bella crosta e che non si rompa facilmente.

X lo zabaglione
3 TUOLI D'UOVO (se conoscete le galline è meglio)
2 DL DI MARSALA
30 GR ZUCCHERO (all'incirca un cucchiaio pieno)

Montare a bagnomaria con una frusta costantemente i tuorli con lo zucchero in modo da incorporare l'aria.
Aggiungere pian piano il Marsala; la crema deve diventare bella spumosa e soffice.
Lasciare raffreddare leggermente e poi versare nei pirottini.



Non è buon inizio per il nuovo anno?!